I SOCIALISTI NON PIETISCANO UN'ALLEANZA MA ALMENO IL Pd DICA LE RAGIONI DEL NO di ALBERTO NIGRA da IL RIFORMISTA del 26 febbraio 2008

13 marzo 2008

I SOCIALISTI NON PIETISCANO UN'ALLEANZA MA ALMENO IL Pd DICA LE RAGIONI DEL NO di ALBERTO NIGRA da IL RIFORMISTA del 26 febbraio 2008

L'Italia è ultima nella crescita in Europa. Preoccupante. Lo slogan della campagna elettorale del Pd recita: «Non scegliere il partito, scegli l'Italia». Finora il comportamento del gruppo dirigente di questa forza politica è stato totalmente diverso da chi si candida realmente a governare il Paese. I presupposti sulla base dei quali andremo al voto tra poche settimane sono noti. Il bipolarismo italiano non funziona. Ha dato origine a coalizioni capaci di vincere le elezioni, ma di governare poco e male. Le leggi elettorali, Mattarellum prima e porcellum dopo sono state utilizzate nel migliore dei modi elettoralmente, ma nel peggiore dei modi politicamente. In sostanza ammucchiando tutto e tutti sulla base dei contrapposti obiettivi di fermare il "pericolo Berlusconi" da una parte e il "pericolo comunista" dall'altra. I leader dei due schieramenti inevitabilmente non potevano che essere a destra il padre padrone della coalizione e a sinistra chiunque, ma non un erede della vicenda politica del Pci. Il Pd ha deciso di rompere questo schema e di proporre al sistema politico italiano una nuova sfida, ma utilizzando le regole elettorali vigenti non essendo riuscito a portare a casa una legge più compiacente verso il proprio progetto politico.Veltroni ha detto di voler andare da solo alle elezioni e poi si è alleato con Di Pietro. Veltroni ha detto che avrebbe fatto accordi solo su un programma totalmente condiviso e poi ha fatto un accordo con i Radicali su posti in lista, prebende e visibilità mediatica. Data la preventiva affermazione che con la sinistra radicale non ci fossero presupposti per concordare un programma di governo non si comprende il rifiuto di allearsi con il Ps. Concordo con chi dice che i socialisti non debbano pietire una alleanza, ma credo sia giusto, fatta la scelta della irrinunciabilità di presentare il nostro simbolo, insistere nel chiedere al Pd il perché non voglia rafforzare la propria coalizione con i voti, la cultura politica e i dirigenti del Ps. Nonostante Boselli sia stato chiaro alcuni sospettano o auspicano che alla fine i socialisti cederanno al "ricatto" determinato dal rischio di rimanere esclusi dal Parlamento, ma credo sia più corretto capovolgere il ragionamento.Sono in corso transumanze che vanno da Sd ai Radicali verso il Pd. Altri mi sembrano più interessati ai posti dei socialisti. Veltroni afferma che il centrosinistra di nuovo conio può vincere le elezioni, tanto più dopo la cacciata di Casini dal centrodestra. A questo punto pensiamo sia un'ipotesi del tutto infondata, altrimenti Veltroni non escluderebbe il Ps né si limiterebbe a offrire qualche posto nelle liste del Pd, che forse potrebbe garantire una migliore condizione di vita ad alcuni, ma non i voti degli elettori socialisti. Non c'è bisogno di ricordare che alla Camera si può vincere anche per poche migliaia di voti. Veltroni dichiara di poter vincere ma fa propaganda, legittimamente, ma fa solo propaganda. Il Ps andrà alle elezioni con il proprio simbolo. Le regole elettorali, pensate per le coalizioni, sfavoriscono le forze di piccole o medie dimensioni sganciate dalle coalizioni. Urge quindi uno schema di gioco diverso che non può essere semplicemente il legarsi alla speranza del quorum. Sia ben chiaro, il Ps in qualunque altra coalizione che non sia con il "naturale" alleato Pd dovrebbe comunque conseguire il 4% alla Camera e l'8% al Senato, ma ben diverso sarebbe il clima politico nel quale si svolgerebbe la campagna elettorale. Il sistema dell'informazione pubblico e privato è totalmente e scandalosamente sbilanciato su Pd e Pdl. Le proposte programmatiche nonostante la loro importanza saranno, temo, in secondo piano nel confronto elettorale: il Pd sinora innova rispetto al voluminoso e generico programma dell'Unione per il fatto che il suo programma questa volta è solo generico e spendaccione. Per rompere questo silenzio dobbiamo avere il coraggio e la spregiudicatezza di dire con chiarezza qual è il nostro programma in economia, nel lavoro, sulla giustizia e nel campo dei diritti civili. Come ho detto, credo sia necessario fare una verifica sul piano delle alleanze necessarie per poter affrontare le elezioni. Se Veltroni si rifiuta, nonostante le dichiarazioni, di fare un'alleanza riformista e pensa, in combutta con Berlusconi, di passare dall'attuale bipolarismo a un bipartitismo altrettanto inefficace e tutto basato su programmi vaghi e candidature formato "isola dei famosi" perché noi socialisti dovremmo stare a guardare?Bertinotti è totalmente fuori dal campo di chi si candida a governare, anzi vuole fermissimamente andare all'opposizione. Sarà accontentato. Ma c'è chi vuole rompere questo bipolarismo per originarne un altro più europeo: Casini, Pezzotta e Tabacci. Io un confronto lo aprirei.Riforma elettorale alla tedesca e istituzionale (premierato e non presidenzialismo), emergenza redditi e salari e liberalizzazioni, riforma della giustizia, politica estera sono le basi comuni. La laicità andrebbe valorizzata al massimo nelle differenti visioni. Tocca al Parlamento fare le riforme. In fondo divorzio e aborto sono leggi fatte durante la lunga vicenda di governo Dc, Psi. Negli ultimi dieci anni nessuna legge è stata fatta, con Prodi o Berlusconi al governo, per ampliare i diritti civili dei cittadini italiani o per affrontare le tematiche cosiddette "eticamente sensibili" se non in maniera restrittiva.Se Berlusconi vincerà, le responsabilità a quel punto saranno chiare. Veltroni avrà solo due possibilità per salvare la propria leadership e il progetto del Pd: vincere o perdere di larga misura dimostrando che i voti socialisti erano inutili. Non godremo in quel caso, ma non piangeremo certo per l'errore strategico commesso dal Loft. Noi dobbiamo fare ogni cosa affinché il Partito Socialista non sia stato fatto per chi lo compone, ma perché le nostre idee continuino a essere un patrimonio irrinunciabile della sinistra.

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