I SOCIALISTI MILANESI CONTRO IL NUMERO CHIUSO NELLE UNIVERSITA’
08 settembre 2017
E’ stato necessario l’intervento del TAR del Lazio per fare giustizia di una forzatura assurda e incostituzionale per l’introduzione del numero chiuso nelle Facoltà Umanistiche all’Università Statale di Milano.
Naturalmente l’argomento non riguarda solo Milano ma riguarda una concezione della funzione universitaria che contraddice il diritto allo studio dei singoli ma persino l’interesse nazionale per favorire la crescita della conoscenza della nostra popolazione, in un sistema in cui la conoscenza conta sempre di più nella competizione internazionale.
Un documento della CISAL Università contro la decisione del Senato Accademico e il Rettore della Statale non può che essere apprezzato nel momento in cui sottolinea come “questa, pretesa, nuova regolamentazione degli accessi alle Facoltà Umanistiche deriva da una contrastata delibera Senato Accademico del 23 maggio scorso, dove si è verificata una netta spaccatura tra i componenti del Senato Accademico: 18 a favore, 11 dichiaratamente contrari e 6 astenuti”, che hanno evidentemente il loro peso.
Delibera assunta nonostante molte anomalie di carattere formale, ma nella sostanza, sostengono i sindacati, appaiono obiettivamente risibili “le motivazioni addotte dall'Amministrazione circa la carenza del corpo docente rispetto al numero degli studenti, visto che la Statale ha attualmente 2.500 docenti e 66.000 studenti, con un rapporto globale ben superiore rispetto al momento della filiazione della seconda Università – Milano Bicocca, ove, all'epoca, si trovava in servizio lo stesso numero di docenti, ma con ben 98.000 studenti: si deduce quindi una chiara volontà rettorale di escludere una parte consistente di potenziali matricole, e tagliando di fatto il corpo docente, per fini che i più ritengono collegati all'impinguamento futuro dei capitoli di spesa relativi all'edilizia per sostenere il suo personale ed amato programma del campus Rho-Pero”
Non si può peraltro non sottolineare il coraggio del compagno socialista della CISAL che, oltre ad avere espresso un voto contrario nel Senato Accademico, è l’unico firmatario al ricorso che ha favorito la pronuncia del TAR del Lazio.
Bei tempi quando, per iniziativa dei docenti socialisti e della sinistra milanese, in alcune facoltà si organizzavano extra legem corsi serali per consentire anche ai lavoratori di conseguire una laurea, anche se probabilmente non avrebbero mai utilizzato quel titolo di studio per il loro lavoro.
Era quello il segno di un periodo in cui il diritto alla formazione contava.
Vai all'Archivio