I SOCIALISTI E LE ELEZIONI, CONSIGLI PER GLI ACQUISTI di Alberto Benzoni

18 dicembre 2017

I SOCIALISTI E LE ELEZIONI, CONSIGLI PER GLI ACQUISTI di Alberto Benzoni

Premessa necessaria. Questi consigli non si rivolgono agli individui singoli ma ai gruppi organizzati; insomma a quelli che optano per questo o per quello in nome di un progetto politico. E, nel caso specifico, a quelli che, nel 1993/4 hanno scelto di collocarsi nell'area di centro-sinistra.

Ciò premesso, le opzioni possibili sono quattro: l'astensione; il voto al simbolo Psi, presenti sulla scheda assieme ad altri due; il voto a Lu; il voto a formazioni più radicali, quale è Potere al Popolo.
La decisione di non partecipare può essere motivata da considerazioni di carattere generale ( queste elezioni non decideranno nulla perchè non consentiranno la formazione di nessuna maggioranza di governo; meglio allora concentrare la propria attenzione su quelle successive) e una essenzialmente socialista ( non possiamo mescolarci con nessun altro perchè sarebbe come rinunciare alla nostra identità e/o dignità). Poche righe, allora, sulla prima questione: per dire che il non partecipare, a parte la non trascurabile conseguenza, di diminuire lo spazio politico ed elettorale dell'opposizione, lascerebbe libero corso alla gestione dell'interregno ad altri; nel senso di preparare il terreno, via prorogatio del governo Gentiloni, alla definitiva omologazione della politica e dell'economia del nostro paese ai desiderata di Bruxelles e della Germania. Per confrontarci, una volta per tutte, con la questione sollevata dai nostri vari "puristi". Una corrente animata da idee e persone più che dignitose e che ha percorso tutta la nostra storia nel corso della seconda repubblica. Ma anche un'idea profondamente sbagliata: perchè come diceva il nostro maestro Lombardi il nostro ruolo può essere solo quello di contribuire al rinnovamento di tutta la sinistra; e perchè, per converso il socialismo non è il santo Graal da nascondere al mondo adorandolo in solitudine ma un movimento che vive e cresce in mezzo alla gente e nel costante confronto con il mondo che ci circonda; aggiungendo, per completare il discorso, che la dignità che rivendichiamo si conquista e non si richiede ad altri.
Si dirà, da parte dei nostri amici astensionisti che, oggi come oggi, ricostruire la nostra identità è prioritaria rispetto ad ogni altra cosa; giusto ma astratto perchè l'identità si ricostruisce nell'azione e intorno a scelte politiche e perchè è difficile pensare che, nel mondo volgare che ci circonda, i nostri compagni siano sensibili ai rendez-vous ideologici e non invece alla partecipazione alle elezioni.
Votare, allora, per il titolare del simbolo e della sigla ? Chi ha fatto la campagna per il no non può certo; votare per una coalizione capitanata da Renzi, per il resto vorrei osservare ai fedelissimi ancora presenti tra noi che il triciclo presentato agli elettori, formato oltre ai socialisti di Nencini da residuati bellici come i verdi e terze/quarte file prodian-pisapiane avrà il solo risultato di portare i suoi voti al Pd in cambio della collocazione nel maggioritario vincente di esponenti che si conteranno, nell'insieme sulle dita di una sola mano.
Veniamo, allora, alla lista Grasso. Che diciamolo subito non è la lista che abbiamo richiesto sin dall'inizio: Noi volevamo una lista unica che derivasse la sua ragion d'essere dal referendum del 4 dicembre; per dare uno sbocco alle ragioni e alle speranze dei milioni. di elettori di sinistra che avevano votato no. E, ancora una lista che ponesse all'ordine del giorno, nella sua campagna elettorale, tre temi su cui si giocherà, nei mesi e negli anni futuri, il rinnovamento della sinistra.
Primo, la ricostruzione della democrazia civica o meglio consiliare: parlo dei comuni, delle cooperative, delle municipalizzate ma anche del collegamento con i tanti movimenti che, su temi diversi, stanno ricostruendo, pezzo dopo pezzo, le ragioni della politica.
Secondo, il tema dello stato e del ruolo del pubblico. Anch'essi distrutti, pezzo dopo pezzo dall'azione congiunta della ideologia fondante della seconda repubblica e dall'applicazione devastante e indiscriminata delle regole dell'ordoliberismo.
Terzo l'Europa le cui regole e la cui prassi rende impossibile all'Italia qualsiasi scelta politica, economico-sociale o internazionale autonoma. L'Europa, questa Europa da contestare all'occorrenza con la rivendicazione del diritto all'insubordinazione e costruendo ampie alleanze tali da mutare la sua natura: uno spazio immenso tra l'europeismo beota senza se e senza ma e rivendicazioni di uscita, slogan privi di qualsiasi base materiale.
Risponde la lista Grasso a queste nostre esigenze ? Certamente no. Ma la domanda, per quanto ci riguarda non è questa e, vivaddio, nemmeno quella del passato politico dei suoi esponenti ( pur non essendo cattocomunisti siamo comunque in grado di apprezzare le virtù del perdono e quelle dell'autocritica); ma ha piuttosto ha a che fare con la dinamica naturale delle cose. Una dinamica che relegherà fatalmente tra le anticaglie il problema del Pd e dell'Ulivo; per porre invece all'ordine del giorno quello dell'identità e delle prospettive di una sinistra di opposizione, insieme radicale nelle sue analisi e riformista nelle sue proposte. Una dinamica che sarà facilitata dalla presenza attiva ma anche, come dire, autonoma di "quelli del Brancaccio", noi compresi.
Esistono, dunque, in prospettiva, ragioni più che sufficienti per partecipare all'operazione pur senza aderirvi in partenza.
E tra queste ragioni c'è anche la speranza che, per noi, è un impegno, di far sì che la divisione a sinistra non si traduca in contrapposizione o in rissa. La lista di Grasso dovrà, prima o poi, misurarsi con le buone ragioni di Potere al Popolo- leggi che il problema della sinistra non sono i rapporti con il Pd ma piuttosto quelli con la società italiana e il mondo che ci circonda. Mentre gli amici e compagni di Potere al Popolo dovranno prima o poi abituarsi a considerare quelli di Lu come compagni che sbagliano ma con i quelli si può lavorare insieme e non come potenziali traditori venduti al Sistema.
Augh ho detto. Forse non tutto ma sicuramente troppo.

 

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