I SOCIALISTI E LE ELEZIONI ANTICIPATE di Roberto Biscardini dall’Avanti della Domenica del 3 ottobre 2010

22 ottobre 2010

I SOCIALISTI E LE ELEZIONI ANTICIPATE di Roberto Biscardini dall’Avanti della Domenica del 3 ottobre 2010

Anche i fatti più recenti, comprese le vicende più o meno sporche che avvolgono la storia della casa di Montecarlo, mettono in chiaro che il sistema si è infilato in una crisi senza ritorno.Crisi morale e istituzionale. Crisi del bipolarismo e delle aspirazioni bipartitiche. Frantumazione dei partiti. Spinte pluralistiche di natura politica, territoriale e religiosa. Dal PDL Sicilia alla lista islamica a Milano, presto al partito di Fini. E sul Parlamento, già indebolito per lo spostamento dei poteri verso l’esecutivo, si è abbattuto lo schifo del mercato dei deputati. Siamo quindi di fronte a una crisi gravissima di questa repubblica, denunciata dai socialisti in tempi non sospetti, quando per andare al cuore del problema proposero un’Assemblea costituente per una nuova Costituzione. Proposta rimasta appesa nel vuoto, per l’incapacità del sistema politico e della sinistra in particolare di trovare le forze per un riscatto civile che tuttora all’orizzonte non si vede. La situazione è marcia, ma forse non è ancora troppo marcia. Quindi sul tappeto rimane soltanto l’instabilità dell’attuale equilibrio politico che potrebbe portarci presto ad elezioni anticipate, con questa legge elettorale e non con una nuova.
A questa eventualità dobbiamo prepararci anche noi. Decidere come arrivarci ed evitare che ci succeda ciò che abbiamo già conosciuto miseramente nel 2008. Per realizzare due obiettivi insieme: ritornare in Parlamento e ritornarci con dignità, in nome della nostra specifica caratterizzazione politica, sulle gambe di un PSI soggetto politico ancora in piedi, capace di proposte politiche e di idee proprie. Il recupero di un rinnovato rapporto politico con il PD e la necessità per tutto il centrosinistra di mettere in campo uno schieramento politico più esteso possibile, per giocarsi la carta di vincere le elezioni, ci danno qualche chance in più rispetto al passato e ci indicano un percorso pressoché obbligato. Se da un lato non saremo più costretti a correre da soli come alle ultime elezioni politiche, dall’altro in uno schieramento largo, che potrebbe andare da Casini a Ferrero, non potrà mancare una nostra lista, una lista dell’area del socialismo liberale, allargata ad altre componenti laiche e libertarie. Un’area ancora oggi non rappresentata come dovrebbe, la cui assenza dalla competizione elettorale sarebbe tanto più incomprensibile quanto più lo schieramento sarà esteso. Una linea che, senza la mannaia del cosiddetto ‘voto utile’ e se opportunamente corroborata da proposte politiche forti, potrà dare buoni frutti. Una linea che consentirà di mettere nelle mani dei nostri elettori la scelta dei nostri eletti. Ma soprattutto una linea che obbliga il partito a rimettersi in moto, a farsi i muscoli, ad entrare in allenamento, perché si acquistino le energie e le forze necessarie per stare in competizione.
L’alternativa è l’arroccamento sul PD, ma con quali risultati? E con quali rischi per il partito?
Infine non dobbiamo avere paura di proporre il nostro punto di vista. Siamo convinti che alla anomalia berlusconiana occorra contrapporre il bisogno di normalità? Siamo convinti che all’idea di un Berlusconi che vuole governare da solo occorra contrapporre il valore del governare insieme? Siamo convinti che occorra collocare riforma elettorale, federalismo e riforma dello Stato dentro una nuova cornice di riforma costituzionale? Vogliamo affrontare il tema del ruolo dello Stato sulle partite del lavoro? Per la difesa irrinunciabile dei diritti di libertà. Questi sono soli alcuni dei punti sui quali aprire una battaglia. Il nostro contributo perchè la coalizione elettorale sia la più ampia possibile e possa anche essere vincente.

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