I SOCIALISTI E LA GUERRA di Alberto Benzoni

03 marzo 2022

I SOCIALISTI E LA GUERRA  di Alberto Benzoni

I socialisti italiani sono stati sempre, dico sempre, contrari, e attivamente alla guerra. Pagando, di persona, per le loro scelte.

In questa scelta si sono trovati spesso in contrasto con i comunisti, che calibravano le loro scelte in base alle indicazioni dello stato guida o, in mancanza di queste ,alla natura dei contendenti. Così come con gli interventisti democratici di ieri e di oggi, peggio quando portati a giustificare l'uccisione di diecine e diecine di migliaia di civili innocenti in nome della democrazia o dei diritti umani. Per tacere di quanti, ce ne sono anche oggi, qui nel nostro paese, che vedono la guerra e magari anche la disponibilità a farla e a subirla, come fonte di rigenerazione intellettuale e morale.

Il nostro no, senza se e senza ma, non è il frutto di elucubrazioni ideologiche o di miti rivoluzionari. E' il no di un riformismo non pasticciato o innocuo o evanescente ma nutrito di carne e di sangue; il no di chi ha creduto e crede nell'emancipazione del mondo del lavoro e nel riscatto dei più deboli e ha vissuto e rischia ancora di vivere sulla sua pelle una guerra che non porta con sè rovine infinite umane e materiali ma anche, e in prospettiva soprattutto, una regressione, un imbarbarimento politico, culturale, etico alimentato dai governanti per tenere sotto i governati.

Così i socialisti italiani di oggi, come quelli di ieri e di domani, si sentono impegnati a fianco del popolo ucraino e del suo diritto a vivere libero e in pace. Questo significa offrirgli il massimo sostegno politico, umano, materiale e anche militare, a mitigare i lutti del passato ma anche a fare pagare molto cara la tentazione di intensificare la ferocia del conflitto.

Sulle nostre bandiere sta scritta la parola "pace" che non appartiene nè ai tifosi, nè ai pacifisti a senso unico, ma a tutti gli uomini di buona volontà. Un pace che passava e passa tuttora attraverso una trattativa che era perfettamente possibile ma che nessuno ha mai potuto, anzi voluto intraprendere,

Non spetta agli uomini di buona volontà l'onere di fermare l'orrore. Nè di trattare con la pistola puntata alla tempia. Ma ad altri, agli occidentali, alla comunità internazionale fermare il percorso verso l'abisso, non solo minacciando rappresaglia e tragedia, ma impedendo, anche attraverso un negoziato che la tragedia si compia fino alla fine. Questo vi diciamo; da socialisti, difensori, da sempre della dignità e della vita umana.

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