I MEDIA NAZIONALI ED IL BAVAGLIO AL PARTITO SOCIALISTA di DARIO CONTI
06 marzo 2008
A livello nazionale c’è una brutta storia politica. Il bavaglio al Partito socialista. I media nazionali, carta stampata e Tv di Stato e private, in questo difficile momento della vita politica italiana, danno ampio spazio a tutte le forze politiche, grandi e piccole, anche a quelle nate all’ultimo istante, tranne che ai socialisti. Sui quotidiani nazionali si può leggere, a volte, solo qualche striminzito rigo di riferimento al Partito socialista. Se poi accendiamo le TV quella di Stato, cui si paga un fior fiore di abbonamento, o quelle private vediamo solo i soliti noti della politica italiana. Per di più appartenenti ai soliti schieramenti: Rfc di Giordano, Verdi di Pecoraro Scanio, Pdci di Diliberto, Sd di Mussi, Ivd di Di Pietro, Pd di Veltroni e Rutelli, Udeur di Mastella, Udc di Casini, Pdl di Berlusconi e Fini, Lega Nord di Bossi, Rosa bianca di Baccini, La Destra di Storace e chi più ne ha più ne metta, sempre e non invitati i socialisti di Boselli ed Angius. A questo punto cosa si dovrebbe pensare del trattamento riservato soltanto ai socialisti? Forse si vuole realizzare un grande disegno a loro danno? Altrimenti non si comprendono simili atteggiamenti. Qualcuno lo dovrà pur spiegare. Dove è l’Authority per le comunicazioni? In una democrazia esiste il diritto di tribuna, ed i socialisti lo pretendono. Ma a chi piace l’azzeramento dei socialisti, che non è nell’interesse dell’Italia? In molti Paesi europei i Partiti socialisti governano e governano bene. In Italia, prima della caduta del muro di Berlino, c’era un grande, nei numeri, Partito comunista e si diceva che era tutta un’anomalia italiana rispetto agli altri Paesi europei. Oggi, dopo la caduta del muro di Berlino, non esistendo più il Pci, si vuole creare una nuova grande anomalia, ancora tutta italiana, in confronto degli altri Paesi europei. La cancellazione del Partito socialista. Ma a chi giova tutto questo? Forse a chi, negli anni novanta, avrebbe voluto prenderne il posto? Senza riuscirci. Oggi, con l’aiuto dell’attuale legge elettorale, che non è più una porcata e che ieri si definiva tale, ci riprova il Pd, miscuglio di ex ds e margherita, più attento al potere che alla res pubblica. Si veda le sue presenze nelle giunte e nei vari consigli di amministrazione. Una nuova e migliore non l’hanno voluta. Non hanno neppure tentato, di migliorarla introducendo le preferenze. Forse si sta imboccando, tra Pd e Pdl (i soli voti utili?), la strada verso un duopolio partitico. Stiamo attenti. Si potrebbe creare una grande cappa sull’Italia. Il Pd rifiuta, in queste elezioni politiche, l’alleanza con i socialisti, ma accetta quella con Di Pietro. Gli elettori di sinistra o di sinistra centro o di centro sinistra (che confusione con questo centro!) si dovrebbero chiedere perché mai il Pd preferisce un alleato come Di Piretro e non i socialisti, con cui condividono l’appartenenza al Pse ed all’Internazionale socialista. Dove sono i miglioristi dell’ex ds ora nel Pd? E’ proprio grazie ai socialisti ed a Craxi, che Occhetto si è seduto ed ora i suoi ex compagni siedono nell’internazionale socialista. Oggi D’Alema può vantarsi di esserne uno dei vicepresidenti. Dove andrà a finire il Pd dopo le elezioni? Nel Partito socialista europeo o nel Partito popolare europeo? L’altro socio fondatore, la Margherita, sarà disponibile ad entrare nel Pse? Si è sempre richiamato al Ppe. I socialisti con orgoglio andranno da soli, in queste elezioni, e, se gli italiani comprenderanno il momento di crisi del nostro paese, faranno superare loro la soglia di sbarramento del 4% nell’interesse dell’Italia, della democrazia e del cambiamento.
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