I CONTI SENZA RENZI di Alberto Benzoni

25 marzo 2017

I CONTI SENZA RENZI di Alberto Benzoni

Ricordate la favola di re Travicello? Le rane dello stagno che, stufe di avere per re un pezzo di legno ricorrono a chi di dovere per avere un vero capo e si ritrovano un serpente che se le mangia una ad una?
Bene, questo è quello che è accaduto in Francia e sta per accadere in Italia.
In Francia, con i suoi indici abissali di popolarità e giunto quasi alla fine del suo mandato Hollande ha deciso di cambiare registro e di affidarsi agli uomini forti per una vigorosa svolta liberista e decisionista. Così sono arrivati due e non uno, ma due salvatori della patria: il presidente del consiglio Valls e il ministro dell'economia Macron (il primo un Renzi più muscolare e giacobino, il secondo più acculturato e piacione). La coppia dopo aver varato leggi che hanno spaccato il partito e trovato l'ostilità del mondo sindacale ha poi provveduto ad abbandonare il governo al suo destino: prima è uscito Macron, candidandosi alla presidenza, oggi Valls, assieme a molti altri maggiorenti socialisti, si appresta a seguirlo, non sottostando al verdetto delle primarie socialiste che l'avevano visto nettamente sconfitto. E il vecchio partito socialista è uscito distrutto nell'operazione.
Anche Renzi è stato chiamato a salvare la patria dalle varie rane affascinate dai suoi modi e dal suo decisionismo. E anche Renzi se le mangerà ad una ad una, padrone del partito se (come è molto probabile) vincerà, con una formazione sua se perderà.
Nell'un caso e nell'altro, oggi in Francia, domani in Italia, la sinistra dovrà ripartire dall'opposizione. Facciamocene una ragione.

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