GUERRA, DEMOCRAZIA E LAVORO. Tre questioni centrali per un Movimento socialista e popolare. di Roberto Biscardini da Democrazia Socialista del 10 maggio 2022

10 maggio 2022

GUERRA, DEMOCRAZIA E LAVORO. Tre questioni centrali per un Movimento socialista e popolare. di Roberto Biscardini da Democrazia Socialista del 10 maggio 2022

Sono passati alcuni mesi da quando, per questo giornale, avevo messo in conto che il 2022 avrebbe potuto essere per i socialisti l’anno della ricostruzione di una nuova prospettiva politica, in grado di superare le tante incertezze e gli errori che hanno caratterizzato la vita degli ultimi decenni.
Una prospettiva socialista e socialdemocratica. Un progetto, un percorso e una piattaforma in grado di cogliere nella specificità della politica italiana la distanza abissale tra il bisogno di una rappresentanza politica socialista, assolutamente presente nella società, e un’inadeguata offerta politica.
Un progetto, un percorso una piattaforma da costruire nel concreto, partendo dalla realtà. Su questioni di grande rilevanza politica e sociale.
La guerra ad esempio. La guerra che ha aperto anche nelle nostre coscienze scenari fino a pochi mesi fa del tutto insospettabili. Ha posto tutti noi davanti a scelte difficili. Ci si deve tutti adeguare all’imbarbarimento del clima politico, e dello spazio pubblico dei media di maggior successo, o si può difendere il diritto alla riflessione, alla ponderazione dei giudizi e all’equilibrio? Si può nutrire qualche dubbio sulla opportunità o meno di inviare troppe armi in Ucraina, oppure no? E’ legittimo pensare che sia più facile arrivare al cessate il fuoco con una forte iniziativa diplomatica internazionale piuttosto che con le armi, oppure no? Si può credere che le armi non fermano una guerra? Si può, una volta ribadita senza se e senza la condanna dell’aggressione russa, si può stare dalla parte della pace senza stare dalla parte di Putin? Si può essere dalla parte di una politica europea, anche di difesa europea, senza bisogno di sdraiarsi sugli interessi americani che sono diversi dai nostri? Si può eccepire sul ruolo della Nato, oggi, e per la prima volta, attiva militarmente in un paese non Nato? Si può continuare a sostenere che i socialisti sono dalla parte della pace, come lo sono sempre stati, senza sentirsi dalla parte sbagliata? Io credo sì. Si può avere il dritto di aver le proprie idee? Tanto più adesso di fronte ad un occidente che è passato dall’appoggio alla resistenza ucraina alla ricerca di una vittoria con le armi. E tanto più che queste preoccupazioni e questi sentimenti sono entrati nella coscienza della maggioranza delle persone, nonostante l’azione dei governanti e della grande stampa. Oggi, che la tradizionale cultura di pace del socialismo esce confortata dalle parole di Papa Francesco.
La democrazia. La democrazia soffre in Italia uno dei momenti più tristi della nostra storia repubblicana. Anzi la democrazia sembra sospesa. Su più fronti. Per stare alla attualità appunto: si può esprimere il nostro disappunto di fronte ad una maggioranza di governo tanta larga, quanto litigiosa sulle cose di poco conto e assolutamente silente sulla grandi questioni? Si può essere preoccupati del fatto che di fronte alla guerra tutto passi sotto silenzio? Dal Pnrr alla crisi economica, Dalla grande questione sociale alla crisi economica, dall’inflazione drammaticamente in crescita ai contratti scaduti. Dalla morti sul lavoro all’aumento della povertà delle famiglie. Dal continuo calo del potere di acquisto dei salari, alle difficoltà occupazionali. Dalla crisi di molti settori professionali e delle imprese. Si può essere preoccupati da una recessione che colpirà i ceti più fragili. Direi proprio di sì. E si può chiedere ad un governo che si muove come se l’Italia fosse in guerra, di sottoporre le proprie decisioni al giudizio del parlamento? Direi ancora di sì.
Per non parlare della sospensione della democrazia nei comuni, nelle regioni e nelle province, con l’elezione diretta dei Sindaci e dei Presidenti, con le assemblee elettive ridotte a zero.
Infine il lavoro. I salari sono ormai stagnanti da anni. Anzi il loro potere d’acquisto negli ultimi trent’anni si è ridotto di molto. Il Pil non cresce. In venti paesi europei esiste la legge sul salario minimo, mentre da noi il salario minimo legale non esiste ancora. Siamo il paese che ha subito negli ultimi decenni una riduzione dei salari medi, quando in tutti gli altri paesi europei c’è il tasso è stato positivo. Si può ancora denunciare diseguaglianze sociali e diseguaglianze economiche sempre più forti? E’ ammissibile che in Italia ci siano manager che hanno una retribuzione 600 volte quella dei loro operai? Siamo il paese con il maggior numero di disoccupati giovani. Siamo il paese con un tasso di mortalità sul lavoro altissimo. Siamo il paese delle disparità tra uomo e donna. Stiamo discutendo di reddito di cittadinanza confondendo i limiti della sua applicazione con la bontà del provvedimento generale.
Tre questioni: guerra, democrazia, lavoro, centrale nell’attuale momento politico, che bastano e avanzano per ricostruire un  pensiero unitario del mondo socialista largo. Ma bisogna volerlo! Per ricostruire un movimento politico in grado di dare il proprio contributo, per concorrere, con altri a ricostruire una cultura socialista applicata  alla realtà di oggi e non alla storia.
Capace di essere socialista perché il socialismo è una necessità concreta delle persone che ne hanno più bisogno. Perché il socialismo presente nella società non può essere soffocato dalla debolezza della politica. Perché la proposta socialista non riguarda solo i socialisti ma tutta a sinistra, che o sarà socialista o non sarà.
Queste erano le ragione che spinsero alcuni di noi a dar vita a “Socialisti in Movimento”, un organizzazione senza tessere, ma presente sul territorio dal 2017.
Nella convinzione che il nostro compito non fosse solo quello di contribuire a costruire un soggetto autonomo e alternativo al pensiero unico egemone negli ultimi trent’anni,, ma anche una proposta politica complessiva, per rilanciare nel paese una politica socialista e ricostruire lo Stato,  che invece rischia di non esserci più, nell’economia e nel sociale, a garanzia di uguaglianza e di giustizia.
Un pensiero politico concreto e una battaglia per garantire migliori condizioni di vita alla maggior parte della popolazione.
Un progetto ancora valido, che può incontrare nuovi consensi Per costruire quel movimento socialista e popolare di cui abbiamo bisogno, con il sostegno di tutti coloro che non hanno paura delle battaglie coraggiose.

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