GLI SCONTENTI DELLA SINISTRA CHE GUARDANO FELICI A PANNELLA - di Giuliano Ferrara da il Foglio del 27 febbraio 2006

03 marzo 2006

GLI SCONTENTI DELLA SINISTRA CHE GUARDANO FELICI A PANNELLA - di Giuliano Ferrara da il Foglio del 27 febbraio 2006

Da quel che si vede e si sente (è da un po' che lo diciamo) questa è la volta che Pannella fa il colpo gobbo a spese dei Ds. Unendosi con il resto del Psi, che lascia la lunga vedovanza degli anni duri della persecuzione ma senza praticare il meretricio con Prodi, Di Pietro e Gerardo D'Ambrosio, i radicali escono dal sontuoso e povero bugigattolo in cui erano finiti a forza di referendum perduti. Improvvisamente, Bonino e Pannella e gli altri ritrovano il binomio movimento più istituzioni che rischiava di sfuggir loro per sempre, nonostante il ruolo iperistituzionale della Bonino e i significati legislativi e di governo delle loro battaglie. Sono di nuovo una forza potenzialmente parlamentare, e lo ridiventano a fianco dei socialisti, che ritrovano a loro volta un senso di marcia e'una carta d'identità. Sono riusciti in breve tempo ad arruolare nelle loro liste un pezzo dell'area riformista dei Ds, un editore dell'Unità, un capo di vecchia scuola del Pci emiliano e cooperativo, e perfino il pornografo personale di Massimo D'Alema, il divertente Rondolino amoroso che trotterellava a Palazzo.Chigi quando viaggiare era ancora un piacere.
La Rosa nel pugno ha due carte: è l'unico vero partito dei valori su piazza nel senso che il ministero clerico-profetico di Pannella dà significato alla politica e la converte alle questioni che ci interessano tutti (sia pure nel senso radicalmente sbagliato del libertarismo laicizzante) e segnala con il suo procedere a zig zag . Non so Fassino con i suoi comizi Valtour de la farà, ma è chiaro che il problema dei Ds e della carovana prodiana è proprio quello, la tristezza scambiata per serietà. Da un lato c’è la voce incantevole del Cav., il suo profluvio surreale di jokes e di mattane; dall’altro il brontolio sordo del professore, il culto attivistico dl segretario e un rifugiato antifascista e "de sinistra" di D'Alema, che per far pace con Travaglio e Flores, pericolosi sparlatori, deve combattere contro Berlusconi come i partigiani contro i nazi­fascisti, ma con altra e inferiore credibilità date le mutate circostanze storiche.
Grandissimo tattico, Pannella ha avuto campo libero sul programma, che ha firmato e non ha firmato, che lo impegna e non lo impegna. Soprattutto, si appresta verosimilmente a raccogliere quel che ha seminato nella stagione della poca immaginazione di sinistra. C'è infatti un sacco di gente che vuole votare contro Berlusconi, ma non ama il pacifismo Hezbollah di Diliberto; che vuole votare contro Ruini, e non si fida della laicità improvvisata dai Ds referendari; che vuole distinguersi da una coalizione in cui il nonviolento ma dottrinario Bertinotti ha una parte da leone, e trova in Pannella, in Boselli e nel socialismo riattualizzato della Rosa quel più di liberismo o mercatismo, quel di più di autonomia della politica e di agilità di movimento che manca ai grandi partiti della coalizione.
Non sarà magari un terremoto, contano gli apparati, la storia, la tradizione, gli spazi televisivi, i quattrini, e anche i Ds qualche seria cartuccia da sparare ce l'hanno ancora, ma il centro sinistra è uscito da quella tenaglia ideologica un po' malinconica del '96, o con Prodi o con il comandante Fausto. C'è un terzo uomo, un terzo soggetto, che non dice volgarità su Berlusconi, che ha un lungo tirocinio filoamericano e filoisraeliano, che garantisce quella parte di opinione pubblica, e la rappresenta, alla quale risultano stucchevoli, pesanti, indigeste le vecchie coordinate culturali e politiche del movi­mento operaio. A quella bella gente i Ds hanno preparato la strada, accodandosi al referendarismo laicista di Pannella, e Pannella, che è pur sempre un virtuoso, ora di quella corrente d'opinione prende con sicurezza la testa per suonare la sua musica.

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