"GENTE DI SINISTRA, OBIETTIVI DI DESTRA. QUESTO PER ME E' IL NUOVO GIROTONDO" di Peppino Caldarola da "Il Riformista" del 8 luglio 2008

29 luglio 2008


La mia tesi è che i nuovi girotondi siano tendenzialmente di destra. Le obiezioni sono altrettanto definite. I nuovi girotondi, dicono, sono espressione della vera sinistra. Sono di sinistra gli intellettuali firmatari dell'appello (da Eco a Barbara Spinelli a Lucia Annunziata). Di sinistra è il popolo che si raccoglierà oggi in piazza Navona. Di sinistra è l'appello alla legalità. Di sinistra è ogni movimento che si oppone a Berlusconi. La magistratura è il bene supremo da tutelare per ogni buonuomo di sinistra. Fra le due posizioni non c'è dialogo e i sostenitori dei nuovi girotondi, rincarando la dose, sostengono che tutti quelli che non li appoggiano o li contrastano sono di destra o appartengono alla falsa sinistra. Il giudizio sui movimenti è una antica questione della sinistra. Dove c'è protesta, c'è sinistra, è la tesi prevalente. Altri, all'opposto, sostengono che solo la protesta sociale sia di sinistra. Non sono vere né l'una né l'altra. Non è vero che ogni movimento sia di sinistra anche se si oppone a un governo di destra, né è vero che solo la protesta sociale abbia il marchio di sinistra. Le grandi battaglie di libertà sono di sinistra. Tuttavia per giudicare un movimento non bastano né i promotori né l'identificazione della base sociale. Quel che conta è la direzione politica del movimento, cioè dove vuole portare la gente che chiama alla rivolta. Nei primi anni Settanta, Lotta Continua definì di sinistra la rivolta di Reggio Calabria perché quel movimento era di popolo. Lotta Continua aveva torto perché quel movimento era diretto da gente di destra per obiettivi di destra. È decisivo allora identificare i promotori? Non sempre. Nel caso dei nuovi girotondi convergono tre componenti. Un'area interna al Pd polemica con Veltroni, è il caso di Arturo Parisi. Un'area di intellettuali marcatamente democratici e di sinistra. Un'area di politici e intellettuali di destra, da Di Pietro a Travaglio. I nuovi girotondi si potrebbero identificare politicamente a seconda di quale componente prevarrà. Tuttavia non basta ragionare così. Nella storia è capitato che intellettuali di sinistra abbiano appoggiato tesi e movimenti di destra. Non voglio scomodare i primi anni del fascismo nascente, e nascente a sinistra. Mi basta, più di recente, ricordare quanti intellettuali sono stati affascinati dalla Lega (penso a Giorgio Bocca) e lo sono tuttora senza che la loro influenza abbia cambiato la natura di destra del movimento di Bossi. Né conta l'anima di sinistra della base che partecipa al movimento. Non c'è una base "naturaliter" di sinistra. I movimenti sociali e popolari di destra hanno una composizione analoga a quelli di sinistra. Popolo di qua, popolo di là. Né vale l'autocertificazione dei movimenti. Se bastasse questa ogni movimento sarebbe solo quello che dichiara di essere. Invece ogni movimento è quello che concretamente è. Dalle spoglie della sinistra nasce la destra. È successo al fascismo, al lepenismo, al mondo di Haider, al leghismo. Nella fase attuale, in cui i partiti hanno identità deboli e le frange alternative non si identificano con nettezza (non ci sono più i movimenti sovversivi di una volta!) l'autodefinizione è un criterio insufficiente. I nuovi girotondi sono tendenzialmente di destra perché aspirano a una repubblica giustizialista, perché tendono all'abolizione dei partiti, tranne quello giustizialista, perché indifferenti alla questione sociale, perché sovversivi rispetto a ogni istituzione dello stato che non sia soggetta al predominio della magistratura. Il nodo è tutto qui. Non è nella legalità, né nella moralità. Sia l'una che l'altra sono obiettivi di un buon liberale di destra o di sinistra riformista. Nessun partito o movimento ne ha il primato dal momento che la "diversità" in politica è un orrore teorico e pratico. I nuovi girotondi aspirano a una repubblica governata da una Autorità non eletta dal popolo, la Magistratura, che delega ad alcuni politici "embedded" il disbrigo delle faccende statali. Se sorgesse un movimento simile a sostegno delle Forze Armate o dei Carabinieri, non avremmo dubbi. Ma c'è Berlusconi, ci obiettano. Contro-obiezione: si può democraticamente battere Berlusconi inseguendo la Repubblica dei Magistrati? Vi risparmio i giudizi sulla magistratura italiana, fra le peggiori del mondo in quanto a efficienza e serietà. Stiamo al pezzo. Chiunque in nome della legalità auspichi uno Stato che abbia come Corte Suprema la Magistratura lavora per un paese di destra. È inutile girare attorno alla questione. È inutile rincorrersi, noi avversari dei nuovi girotondi o i seguaci di Di Pietro, attorno a questioni collaterali. L'obiettivo del movimento giustizialista è una democrazia diretta che ha al suo vertice la parte più aggressiva della magistratura, cioè i pubblici ministeri. In qualunque parte del mondo la sinistra si ribellerebbe a questa prepotenza. In Italia no. Il caso italiano è tutto qui.

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