FIUGGI IL GIORNO DOPO di Roberto Biscardini

06 dicembre 2011

FIUGGI IL GIORNO DOPO di Roberto Biscardini

Grande entusiasmo da parte di tutti coloro che hanno partecipato. Grande soddisfazione nel vedere il partito impegnato a discutere dei problemi del Paese, a prospettare soluzioni e a indicare proposte per uscire dalla crisi economica e istituzionale che la seconda Repubblica ci ha servito su un piatto d’argento. E che noi socialisti avevamo ben delineato già anni fa. Soddisfazione per un partito impegnato a crescere sulla base di ciò che dice e ciò che si impegna a fare. Lontano dall’idea di un partito ripiegato su sé stesso espressione di sola autoreferenzialità. Fiuggi indica un percorso di lavoro, che si sostanzia in alcune proposte programmatiche ed in una prospettiva politica chiara. Non ci sono le condizioni, e sarebbe sbagliato, di prospettare un partito unico della sinistra riformista, dal PSI a SEL col PD al centro. Questo potrà avvenire solo nel giorno in cui ci sarà un’adesione spontanea del PD o di SEL al partito del socialismo europeo, ma a quel punto PD e SEL sarebbero già un’altra cosa. Ci sono invece le condizioni per allargare il consenso intorno al PSI. Nel bene e nel male unica forza socialista, oltre che superstite, organizzata. Ricercando il consenso nelle nuove leve, giovani socialisti internazionalisti. E nelle vecchie. Nel grande mare dell’elettorato socialista finito in Forza Italia nel ’94 e rimasto li ininterrottamente fino ad oggi e nel popolo post-comunista, augurandoci che alcuni di loro si siano accorti che il comunismo è morto nel 1989 e che se vogliono sopravvivere a sinistra devono decidersi a diventare socialisti. Infine e di conseguenza un partito sempre più aperto, che vuole includere vecchie e nuove energie. Espressione di quel socialismo largo, che per anni abbiamo auspicato.

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