Fermare la Guerra e costruire la Pace Roma - Contributo di Roberto Biscardini Venerdì 21 luglio 2023 - incontro promosso da Critica Sociale
21 luglio 2023
Un inconveniente dell’ultimo momento non mi consente di essere qui con voi.
Non solo per testimoniare la nostra più ferma convinzione contro tutte le guerre e contro naturalmente la guerra russo-ucraina. Per testimoniare il nostro pieno sostegno verso ogni iniziativa di pace che possa aprire lo spazio di una trattativa immediata per il cessate il fuoco. E per testimoniare la nostra più ferma contrarietà nei confronti di una continua e miope escalation militare, alimentata dal continuo invio di armi dall’occidente all’esercito ucraino. Armi sempre più sofisticate e disruttive, insieme a ingenti risorse economiche, per sostenere un’impossibile vittoria dell’Ucraina e un’impossibile sconfitta militare della Russia.
A meno che “gli uomini della guerra” non abbiano già messo in conto l’estensione del conflitto e l’uso delle armi nucleari, nascondendosi dietro l’ipocrita definizione della “guerra per la democrazia”.
Ma soprattutto mi dispiace di non poter essere qui con voi per sottolineare l’importanza di questa iniziativa, presa da Critica Sociale, con l’obiettivo di sottolineare da che parte è giusto e naturale che stiano i socialisti.
Per la verità finora troppo silenziosi alcuni ed altri incapaci di assumere una posizione autonoma, coraggiosa e coerente con la propria storia, distanti da quella “cultura della guerra” e dell’odio che insieme alle destre, sotto la guida degli Stati Uniti e della Nato, ha contagiato tutto il mondo occidentale e anche larghi settori della sinistra.
Per fortuna non è così ovunque e qualcosa si muove. Cresce nell’opinione pubblica internazionale la consapevolezza che la guerra deve essere fermata, ed è sempre più grande un fronte plurale disposto ad unirsi per chiedere ai propri governanti di cambiare rotta, affinché si possano promuovere tutte le iniziative diplomatiche possibili a favore della Pace. Cresce nell’opinione pubblica la consapevolezza che è un errore sostenere una guerra che ha già prodotto alcune centinaia di migliaia di morti da ambo le parti, che è costata all’occidente più di 100 miliardi di dollari solo in armamenti, che è costata all’Italia complessivamente una cifra che si avvicina al valore dell’intero Pnrr.
D’altra parte, se è vero che tutti, in tutto il mondo, sono in campagna elettorale e si muovono cinicamente dentro questo orizzonte, non è così scontato che una scelta di campo filoatlantica a sostegno della guerra infinita paghi dal punto di vista dei consensi, compreso quelli elettorali.
Questo vale per l’Italia, per l’Europa e per l’America.
Dicevamo qualcosa si muove. Cito solo tre iniziative, di diverso livello e di diverso peso, che in queste ultime settimane hanno avuto un peso significativo.
Il convegno promosso dal Coordinamento per la democrazia costituzionale tenuto in Senato qualche settimana fa. L’intervento di Robert F. Kennedy al Saint Anselm College nel New Hampshire, un discorso che dimostra come anche negli Stati Uniti cresca una coscienza politica contro la guerra, e infine, l’iniziativa di Pace del Vaticano.
Ma l’importanza di questa riunione assume un valore ancora più grande per due ragioni.
Primo, perché l’opinione pubblica che è contro la guerra ha bisogno di un movimento sempre più largo che la rappresenti. E in questo movimento non può non esserci la componente socialista.
Secondo, perché di fronte alla crisi e all’assenza della sinistra non possiamo permetterci il lusso di non darci da fare subito per ricostruire a sinistra un grande partito socialista. Un compito delle riviste e di tutti noi. Mettendo a disposizione la nostra capacità di elaborazione ma anche quella organizzativa, per ricostruire una nuova realtà socialista. Contando al più presto sul protagonismo dei più giovani, che ci sono ma che vanno sostenuti con generosità. Come una volta un partito del socialismo di sinistra al servizio della giustizia sociale e della libertà.
A questo proposito voglio ringraziare con sincerità e riconoscenza Alberto Benzoni, che in un recente intervento, pubblicato ieri sul sito di Critica Sociale, ci ha indicato la strada.
Uno scritto dal titolo già di per sé chiarissimo: “Essere socialisti vuol dire ridiventarlo”. Ma che potremmo intitolare ancora più semplicemente NOI.
Un vero e proprio documento politico che ci riguarda tutti.
Riguarda tutti coloro che con Benzoni, non hanno tempo da perdere, sia che abbiano ottanta anni o venti. Riguarda tutti coloro che sentono l’urgenza del cambiamento. Che hanno bisogno di essere rappresentati e di avere un partito della pace, un partito della democrazia e di un partito delle collettività solidali.
Tutti attrezzi dell’antica tradizione socialista ancora a nostra disposizione e che ancora possiamo utilizzare. Concretamente. Nella lotta politica e nella contestazione dell’esistente. Per colmare la distanza sempre più forte tra la politica e la realtà.
NOI, con tutti coloro che sulla base di questo semplice programma ci stanno.