FATEMI CAPIRE di Alberto Benzoni
03 ottobre 2019
Nel corso di queste ultime settimane sono avvenuti alcuni
fatti che, a titolo personale, considero importanti.
Parlo della nuova ondata di dazi e di un clima
caratterizzato dall’ossessione sicuritaria che sta minando alla base il famigerato
“ordoliberismo” e con esso la crescita mondiale.
Parlo delle grandi manifestazioni per il clima sulla base
non certo di un vacuo ambientalismo ma della denuncia di un pericolo imminente
e delle responsabilità dei governi per non l’averlo minimamente contestato.
Parlo del consolidarsi, a livello mondiale, del modello
delle democrazie illiberali oramai fortemente presenti anche in quello che si
chiamava “mondo libero”.
E parlo, infine, di quello che accade negli Stati Uniti.
Dove falliscono una dopo l’altra le grandi aziende farmaceutiche colpevoli di
aver fatto morire o di avere condannato a una morte certa un milione di persone
con la distribuzione incontrollata di droghe e ora oggetto di cause per diecine
di miliardi di dollari.
Dove il partito democratico è dilaniato nello scontro tra
l’establishment al servizio dell’ordine esistente e una sinistra che vuole più
tasse e più stato e attacca frontalmente il big business e non a chiacchiere ma
con proposte concrete. Dove circa 200 dirigenti di grandi imprese, per parare
il colpo, firmano un documento sulle responsabilità globali dell’azienda nei
confronti della società. E, infine, dove la politica muscolare di Trump nei
confronti dei Cattivi, nell’impossibilità di tradursi in un conflitto armato,
sta volgendo verso ipotesi negoziali.
Che tutto questo grande sommovimento non susciti particolari
echi nelle classi dirigenti europee e nei media è, tutto sommato, normale. Anni
di pigrizia mentale e di conformismo pesano eccome. Chi, a sinistra, ha fatto
del pentimento il suo esercizio spirituale non pentirsi di essersi pentito.
Mentre non è affatto normale, ma è propriamente scandaloso,
il silenzio della sinistra radicale, particolarmente ma non solo in Italia.
Tutti chiusi nel nostro piccolo guscio. Tutti a polemizzare tra di noi e su
tutto. Tutti a pronunciare le nostre piccole litanie. Tutti a ingigantire la
forza dell’avversario, fino ad affermare che i suoi continui sbandamenti sono
manifestazioni di astuzia o, peggio ancora, che le proteste che scuotono il
mondo siano il frutto di oscure manovre se non strumenti di distrazione da
quella “lotta di classe” che, peraltro, non si manifesta da nessuna parte.
Tutti ad atteggiarci. A dividerci, sino alla scissione della molecola,
sull’atteggiamento da assumere rispetto a questo o quell’evento. Fare qualcosa,
non sia mai; immergerci nei movimenti, non sia mai. Unirci con i diversi da noi
intorno ad uno scopo comune, non se ne parla.
Io, tutto questo, non riesco a capirlo. Ma forse, sbaglio
io. Se così fosse, fatemelo capire.