Estratto della mozione congressuale di Sinistra DS per il socialismo: A sinistra per il Socialismo.
25 ottobre 2004
L'esistenza stessa di una grande e autonoma forza socialista e di sinistra. O se i Ds debbano invece annullarsi o annacquarsi in un confuso contenitore "riformista" insieme a forze moderate centriste. Quest'ultima è l'opzione della mozione di Piero Fassino. Consideriamo le due questioni intrecciate. Soltanto un grande partito di ispirazione socialista può essere il motore dell'alleanza, il punto di riferimento sia per le sinistre comuniste e ambientaliste, sia per i partiti democratici del centro moderato. Solo introducendo contenuti ideali e sociali più avanzati sarà possibile ritrovare per il centrosinistra i consensi necessari per vincere. Gli anni del governo Berlusconi hanno lasciato un pesante segno. Viviamo oggi in un paese più debole nei rapporti internazionali, ristagnante nell’economia, più povero, più ingiusto verso i lavoratori, precario nei suoi fondamenti istituzionali, stanco e insicuro, timoroso del suo futuro, con la condizione del Mezzogiorno peggiorata. Un paese fermo, con le pile scariche. Il primo compito dei DS e dei partiti del centro-sinistra è di aprire una nuova stagione, ridare speranza, trovare una rinnovata energia per reggere le sfide – spesso drammatiche – che sono di fronte al Paese. Le scelte del governo in carica sono la causa primaria del declino. Abbiamo vissuto anni di scelte economiche sbagliate, volte alla realizzazione di promesse elettorali insostenibili. Abbiamo assistito alla realizzazione degli interessi personali dei governanti, e al capovolgimento del sistema dei valori che hanno retto l’esperienza della Costituzione repubblicana. Sono a rischio i diritti fondamentali, e gli stessi principi democratici. E dunque l’obiettivo è anzitutto porre fine alla devastante esperienza del governo Berlusconi e dell’attuale maggioranza. L’asse politico portante del congresso dei DS è quale contributo la sinistra può dare alla vittoria nei prossimi confronti elettorali. Dobbiamo avviare una vera e propria ricostruzione dell'Italia, per salvarla dal declino, per dare al paese una prospettiva di avanzamento produttivo, sociale, democratico. Per fare questo c'è bisogno di una sinistra forte, autonoma e unitaria. Nessuna innovazione è possibile senza la presenza e l'iniziativa di una forza che fonda la sua ragion d'essere nella questione sociale, nel lavoro, nell'impegno per la liberazione e la libertà di tutte e di tutti. Un partito socialista e di sinistra. La nostra mozione comprende pertanto tre parti. Nella prima parliamo della viva attualità e delle ragioni di un moderno socialismo. Nella seconda diamo il nostro contributo al programma di governo della coalizione: per i primi cento giorni e per la legislatura. Nella terza indichiamo le ragioni della nostra ferma opposizione alla proposta della maggioranza del partito di dar vita ad una nuova Federazione/Partito riformista e sottoponiamo al Congresso il nostro progetto alternativo per il futuro della sinistra italiana. SOCIALISMO E LIBERTA' La storia non è finita, le idee del socialismo sono vive e vitali Si aggravano nel mondo le ingiustizie sociali; aumentano le differenze tra i paesi ricchi e i paesi poveri; la fame, la mancanza di acqua potabile, la guerra, il terrorismo, terribili malattie vecchie e nuove colpiscono centinaia di milioni di persone. Continua la violenza silenziosa perpetrata ai danni dell'ambiente. Anche nelle nostre società cosiddette del benessere i lavoratori e i ceti medi si impoveriscono, conquiste sociali e garanzie vengono meno, o sono minacciate, il lavoro è tassato più della ricchezza. Sono le grandi questioni con le quali deve misurarsi il socialismo del nuovo millennio. I valori, le idee, le motivazioni economiche e sociali del socialismo sono vive e vitali. Il socialismo non è morto, la storia non è finita come molti credevano anche a sinistra, e forse ancora credono. L'ideologia neoliberista, dominante nell'ultimo quarto del secolo scorso, si sta mostrando incapace di governare il pianeta se non con il ricorso alla forza militare: la dottrina e la strategia della guerra unilaterale preventiva sono state decise ben prima dell'attentato alle Torri gemelle. Un'altra società è possibile. La storia siamo noi Attualità del socialismo vuol dire la consapevolezza che la società nella quale viviamo non è l'unica possibile. La guerra, le ingiustizie sociali, il saccheggio delle risorse naturali e la devastazione dell'ambiente,il dominio spietato della logica del profitto non sono il prodotto di leggi della natura, ma di scelte umane. Altre scelte umane possono cambiare le cose. La storia siamo noi. Continuano a interrogarci le grandi domande per le quali la sinistra è nata. Anzitutto la domanda di maggiore libertà e di maggiore eguaglianza. L'avere perseguito l'obiettivo di una eguaglianza senza libertà ha condotto a regimi inefficienti e autocratici, quando non spietatamente dittatoriali, e anche per questo inefficienti. Giovanni Paolo II ci ha ricordato che forse è stato un male necessario. Certamente è stato un male. Ma una sinistra che perseguisse la libertà, senza tenere conto delle ragioni della eguaglianza, si riconoscerebbe in un mondo ingiusto, come quello in cui viviamo, nel quale le sofferenze di molte di molti sono cresciute e crescono. Questa libertà alla fine riguarderebbe solo l'economia, il mercato, cioè la libertà del più forte, a scapito della libertà dei più deboli. Vanno date risposte nuove rispetto al passato, ma devono essere risposte vere alle antiche e sempre pressanti domande di pace, di liberazione di tutte le donne e di tutti gli uomini, di primato del lavoro. E alle nuove domande di tutela dei beni di tutti: l'acqua, l'aria, le risorse naturali, la sopravvivenza stessa dell'intero pianeta, messa in discussione da un modello di sviluppo e di consumi basato sulla rapina dissennata delle risorse. Un'altra sinistra è possibile Per un socialismo rinnovato, a sinistra, in Europa Battersi per un'altra sinistra: lo si può fare soltanto nel campo del socialismo e della sinistra e soltanto in una dimensione europea. Anche per questo ci impegniamo perché sia riaffermata l'identità socialista dei democratici di sinistra, si ponga finalmente un punto fermo a un decennio di tentativi di "oltrepassamento" della collocazione a sinistra del nostro partito. Esiste una funzione storica permanente in Italia di una grande forza di sinistra. Per oltre quarant'anni il "caso italiano" è stato rappresentato dalla predominanza a sinistra di un partito comunista, che pure perseguiva una politica interna simile a quella delle altre forze socialiste europee. E' assurdo oggi voler aprire un nuovo "caso italiano" che sarebbe caratterizzato dall'assenza, a differenza di tutti gli altri 24 paesi dell'Unione europea, di un grande partito di sinistra, a vocazione maggioritaria, che si batta per una prospettiva socialista. Non è un problema nominalistico. Senza una grande e autonoma forza di sinistra sono messi in discussione i caratteri stessi della democrazia italiana. Già lo si è visto e lo si vede in questi anni con la frantumazione del sistema politico, il personalismo, le chiusure oligarchiche e burocratiche, l'insostenibile leggerezza di un sistema che incentiva continuamente la nascita di nuovi partiti sempre più privi di motivazioni, che non siano il sostegno al leader o ad aspiranti tali. Nel dibattito in corso nel socialismo europeo ci collochiamo tra coloro che ne chiedono un rinnovamento profondo: chiedono di uscire da una prospettiva che si limita a cercare di temperare, troppo spesso senza successo nemmeno elettorale, gli effetti del neo-liberismo. Chiedono un socialismo che superi sia le resistenze conservatrici del passato, sia la subalternità al fondamentalismo monetario e di mercato.
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