ECCO IL PENSIERO DI ENRICO BOSELLI SUL FUTURO PARTITO RIFORMISTA

31 agosto 2004

ECCO IL PENSIERO DI ENRICO BOSELLI SUL FUTURO PARTITO RIFORMISTA

Tratto dalle conclusioni del 3° Congresso nazionale dello SDI - Fiuggi 4 aprile 2004
"Per le elezioni europee possiamo contare soprattutto sulla forza innovativa delle nostre idee. Quando ci diamo come meta il partito riformista, dobbiamo approfondire i modi e le forme in cui questo processo potrà avvenire. Noi abbiamo chiamato il nuovo partito, per la cui costruzione vogliamo lavorare, riformista perché questa definizione risponde ad un’antica a vocazione che non è solo del movimento operaio socialista ma anche del cattolicesimo democratico in Italia.

Non vogliamo però fare una questione di nomi. Questo nuova formazione potrebbe a giusta ragione chiamarsi "partito dell’Ulivo": sarebbe questo il modo per sancire meglio un’innovazione ancora più forte che ci troverebbe sicuramente favorevoli.

Ci poniamo, tuttavia, il problema di quale potrebbe essere la differenza tra il "partito dell’Ulivo" e il partito riformista che ci siamo posti come obiettivo strategico. Oggi, infatti, ci troviamo di fronte ad una articolazione del centrosinistra che è fondata su più cerchi concentrici: c’è la cooperazione rafforzata tra i partiti che hanno dato vita alla lista Prodi; c’è l’Ulivo che comprende, oltre alla Margherita, ai DS e allo SDI, anche l’Udeur, i Comunisti italiani e i Verdi; c’è un’intesa più vasta che si estende all’Italia dei Valori di Di Pietro e di Occhetto; c’è una alleanza ancora più larga, ancora da definire, con Rifondazione comunista.


Si tratta, dopo le elezioni, di semplificare l’alleanza di centrosinistra. Innanzitutto, bisognerà chiarire il rapporto che deve esistere tra la cooperazione rafforzata dei riformisti e le regole che presiedono all’unità dell’Ulivo. Noi siamo convinti che la cooperazione rafforzata dei riformisti dovrà avviarsi a coincidere con l’Ulivo, con un chiarimento inevitabile di rilevante portata politica e programmatica. Innanzitutto, si deve stabilire come condizione di appartenenza all’Ulivo la regola della maggioranza per la quale chi vi appartiene deve seguire politicamente e in Parlamento l’orientamento prevalente. Non vogliamo estromettere nessuno dall’Ulivo, ma non vogliamo neppure che l’Ulivo perda qualsiasi significato politico e non abbia alcuna fisionomia. Se dovessi abbozzare il futuro, vedo un Ulivo, come nucleo riformista, che è il timone di una più vasta alleanza di centrosinistra e di sinistra."

Vai all'Archivio