DUE GUERRE di Alberto Benzoni ma facciamolo nostro
01 novembre 2018
DUE GUERRE
Attualmente si combattono nel nostro paese due guerre. Ambedue promosse con la
nostra connivenza. Ma in nome di disegni che con i nostri interessi collettivi
non hanno nulla a che fare..
La prima è quella promossa da Bruxelles ( e con il sostegno senza se e senza
ma del Pd) contro il governo giallo verde e le sue politiche. Una guerra
apparentemente totale, almeno a giudicare dai toni isterico-comminatori dei
suoi rappresentanti e/o complici: spread, fuga dei capitali, sanzioni, caduta del governo, riapparizioni del
Monti di turno e così via. Ma anche una guerra impossibile nella realtà perché
il caos generale che la contrastinguerebbe coinvolgerebbe tutti.
In realtà l'obbiettivo è molto più limitato. Perché
è la resa del nemico: che non è, come ci viene raccontato, Salvini ( di cui i
farisei di Bruxelles contestano i toni ma non le politiche) bensì il M5S, con i
suoi propositi redistributivi e le sue pulsioni antisistema ( vedi Tap, Tav e
ostilità alle grandi opere, vedi reddito di cittadinanza). Una resa che è gia
in atto; e che comporterà alle elezioni europee, lo smottamento del suo
elettorato; e non a vantaggio dei servi sciocchi del Pd e di Repubblica, bensì
di Salvini.
La seconda è quella promossa da Salvini e dai suoi
amici europei e d'oltreoceano non già contro l'Europa di Juncker e le sue
regole ( regole di cui i paesi dell'Est sono, almeno per ora, i principali
beneficiari) ma contro l'Europa come progetto e modello pacifico e inclusivo;
in altre parole contro l'Europa come conquista passata e progetto futuro. Una
guerra che non porterà ad alcun vantaggio per il nostro paese; che renderà
l'Europa peggiore in tutti i sensi; e che gioverà alle sole fortune
dell'attuale capo della Lega.
Ma, di guerre, ce ne potrebbe anzi dovrebbe essere
anche una terza. Una guerra non nazionale ma internazionale. Perché condotta in
base al presupposto che il recupero della nostra sovranità politica sia, in
qualche modo, collegata con il recupero della sovranità europea e che, nell'immediato,
che qualsiasi cambiamento ( nel segno dei valori e dei progetti ispirati alla
nostra costituzione) in Italia, possa avvenire solo se accompagnato da un
uguale processo in Europa.
Questa è la guerra da combattere. Qui e ora.
L'esigenza c'è. Ed è drammatica. E ci sono anche, a nostra disposizione, una
cultura e uno schieramento politico e sociale; quelli impersonati, lungo l'arco
di decenni, dalla socialdemocrazia. Mancano però i protagonisti della nuova
battaglia; mentre i vecchi sono passati dall'altra parte. Certo, ci si dice che
in politica il vuoto trova automaticamente chi lo riempie; ma, se non lo
facciamo noi e subito e in modo credibile, lo faranno quelli della destra
populista.
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