DOPO IL VOTO DEL 4 DICEMBRE ASSUMIAMOCI LE NOSTRE RESPONSABILITA’ di Roberto Biscardini
10 maggio 2017
Socialisti in Movimento ha come obiettivo la riaffermazione nella sinistra di una cultura socialista ormai dimenticata e la costruzione di un largo schieramento democratico di alternativa, che a partire dalle questioni fondamentali della democrazia e del lavoro faccia proprio il risultato del voto referendario del 4 dicembre.
Naturalmente bisogna farlo coinvolgendo, in uno sforzo comune, tutti coloro che in quel voto si riconobbero pur da posizioni diverse democratiche e di sinistra, comprese le aree civiche dei Comitati per il No, quelle liberali e quelle cattoliche. Perché? Perché rispettare quel risultato e dare risposte politiche a quel No è la conseguenza logica per tutte le forze politiche che hanno fatto la battaglia del No in alternativa al PD. Per coerenza, per onestà e per lealtà di fronte agli elettori e al paese.
Diversamente succede, ciò che in parte sta già succedendo, che i principali sconfitti, Renzi e il suo partito, possano rinascere da quel rovinoso insuccesso, non solo non facendo i conti con le ragioni di quella sconfitta politica, ma rinascere con la protervia e l’arroganza di chi ritiene che a sbagliare sia stata la maggioranza del popolo italiano e non loro.
Occorre partire da lì, dal voto del 4 dicembre, per costruire un progetto che parli all’intero paese, con concretezza e realismo, senza paura di avere coraggio e di affrontare le questioni della democrazia, del lavoro e della sovranità nazionale con la chiarezza e durezza che esse richiedono. Un progetto che non è radicale e populista solo perché non si allinea alla logica prevalente delle politiche liberiste e del moderatismo, ma certamente rifiuta il luogo comune secondo il quale tutto ciò non è espressione di quella cultura, sia populista, sia estremista e non possa rappresentare progetto e cultura di governo. Se fosse vero la sinistra, anche quella socialista, sarebbe condannata all’oblio e mai il movimento socialista, nato per dare risposte anche radicali al bisogno di giustizia e uguaglianza, avrebbe potuto avere il consenso che ha avuto.
Ma adesso c’è una battaglia ancora più urgente da mettere sul tappeto subito, per evitare ulteriori imbrogli.
E’ la battaglia per una legge elettorale rispettosa di tutti coloro che hanno contrastato il Porcellum e l’Italicum, rispettosa delle sentenze della Corte e di tutti coloro che votando No hanno voluto difendere il valore del proprio voto.
Perché possa essere approvata una legge elettorale di tipo proporzionale che consenta gli elettori di scegliere i propri eletti. Senza premio di maggioranza e senza liste bloccate. E che consenta nello spirito della Costituzione salvata, la nascita di maggioranze parlamentari come espressione vera della maggioranza degli elettori.
Una battaglia per la democrazia, parte essenziale del programma e del progetto di quello schieramento largo della sinistra socialista che vogliamo costruire.
A cinque mesi dal voto del 4 dicembre bisogna quindi cambiare musica. Non si può continuare come se nulla fosse successo e non si può procedere come se quel voto non ci sia mai stato. O peggio ancora, non si può consentire che si vada nella direzione opposta lasciando che governo e Pd si muovano indisturbati.
Diversamente le responsabilità non cadranno solo su di loro, ma cadranno anche sulla cosiddetta sinistra di opposizione, sullo stesso Comitato per la democrazia costituzionale e su di noi, perché dopo avere dedicato tante energie nella battaglia referendaria non saremmo conseguenti.