DOPO I REFERENDUM LA SINISTRA HA QUALCHE PROBLEMA IN PIÙ. 20 GIUGNO 2003

31 agosto 2004

DOPO I REFERENDUM LA SINISTRA HA QUALCHE PROBLEMA IN PIÙ. 20 GIUGNO 2003

Dopo i referendum del 15 e 16 giugno si tirano le somme. La sinistra riformista ha vinto una battaglia senza neppure chiedere ai propri elettori di andare a votare. Con l’astensione è riuscita ad evitare l’alleanza con le posizioni massimaliste di Bertinotti ed Epifani e contemporaneamente è riuscita a tenere aperta la porta per non difendere l’articolo 18 tout court, ma rimettendo nelle mani del Parlamento e della contrattazione tra sindacato e governo la questione più ampia delle tutele di tutti i lavoratori. Ma le cose non sono così semplici e la vittoria della sinistra riformista può apparire comunque più sbiadita rispetto alla sconfitta eclatante della sinistra massimalista. In altre parole, al di là delle questioni interne, ciò che conta di più nell’opinione pubblica è la sconfitta di Bertinotti che non il successo di Fassino. Come dire, semplificando: questo referendum è comunque figlio della sinistra che ha perso e la sinistra che si è opposta, dice l’opinione pubblica, senza la destra non avrebbe vinto. Bastano queste considerazioni a chiarire che nella sinistra le questioni non sono chiuse ma sono più complicate di prima. Una moderna sinistra di governo fa fatica ancora a vedersi e, se c’è, è sempre costretta a fare i conti con le ali più estreme. La situazione è questa. La logica elettorale sembra imporre al centrosinistra ed alla sinistra riformista un’alleanza con Rifondazione Comunista che dopo il referendum appare ancora più innaturale. Per non perdere il contatto con Rifondazione nei Ds, ma anche nella Margherita, alcune posizioni di tipo frontista potrebbero facilmente riemergere, rincorrendo Bertinotti e legittimando lo sconfitto. I socialisti, ancora troppo divisi e troppo piccoli, non sono ancora in grado di far sentire il peso della loro cultura politica e la loro diversità. Ciò non consente alla sinistra, nemmeno ai più volenterosi riformisti diessini, di assumere quella centralità politica che gli consentirebbe di allearsi elettoralmente con Rifondazione senza pagare alcun prezzo politico. In fondo, in molti paesi europei ai socialisti è sempre stato consentito di allearsi coi comunisti, ma la loro evidente centralità consentiva anche di allearsi senza perdere voti. Questo è il nodo aperto.

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