DOCUMENTO CONCLUSIVO BERTINORO 2 - Chianciano Terme, 7/8 Luglio 2007

18 luglio 2007

DOCUMENTO CONCLUSIVO BERTINORO 2 - Chianciano Terme, 7/8 Luglio 2007

L’Assemblea del Movimento di Bertinoro, tenutasi a Chianciano il 7 e 8 Luglio 2007, a conclusione dei suoi lavori prende atto e fa propri la relazione introduttiva presentata da Tommaso Ciuffoletti e il Documento delle dieci idee per la Costituente Laica Liberalsocialista, presentato e discusso nel corso dei lavori.

Il nostro movimento è nato qualche mese fa a Bertinoro per concorrere alla costruzione di una nuova forza socialista, laica e liberale, componente integrante del socialismo europeo. Oggi, questo obiettivo appare, insieme, più vicino e più necessario.

Più vicino, per l’impegno assunto da congressi di partito che hanno ulteriormente precisato tempi, contenuti e forme del processo costituente.

Più necessario, per dare una risposta alla vera e propria crisi della politica oggi in atto nel nostro Paese, una crisi che si manifesta sia a destra sia nell’area del centro sinistra.

Essa è in particolare accelerata da sistemi elettorali che con il premio di maggioranza impongono la formazione di coalizioni eterogenee tenute insieme essenzialmente dall’avversione comune verso l’altro schieramento, ma non può essere risolta con ulteriori marchingegni elettorali-istituzionali costruiti, tra l’altro, sull’onda della ricorrente ostilità ai partiti e alla “casta dei politici”. Tali marchingegni, oltre a non risolvere i problemi di fondo di una società articolata in corporazioni, avrebbero conseguenze negative sul tessuto della nostra Repubblica, analoghe, se non peggiori, a quelle prodotte da Tangentopoli.

Alla base di questa paralisi vi è in generale la mancanza di corrispondenza tra il mutato ruolo che di fatto i partiti hanno assunto dopo Tangentopoli e la funzione forte di garanzia e rappresentanza ad essi assegnata dalla Carta costituzionale tuttora vigente. Ma vi è anche la contraddizione irrisolta – a livello di governo e di maggioranza – nei rapporti tra innovatori e conservatori o, più specificatamente, tra istanze liberali e istanze corporative anche, ma non solo, presenti nel campo di coloro che si richiamano al socialismo.

Il loro rapporto è oggi particolarmente perverso, nella sua natura e nei suoi esiti. C’è una parte che si autodefinisce radicale ma che, nella pressoché totale incapacità di proporre visioni alternative e soluzioni congrue ai problemi odierni, si contenta di bloccare sistematicamente le proposte della maggioranza. E c’è una componente cosiddetta riformista che sembra consapevole della necessità dell’innovazione ma che non ha il coraggio politico e intellettuale per praticarla.

In tale situazione la nascita di una forza impegnata a fondo e senza riserve sul terreno del riformismo socialista, laico e liberale è un dovere morale e politico e una necessità per il Paese, perché la società sia governata verso mete ambiziose e non lasciata a se stessa e alla lotta fra corporazioni e interessi particolari più o meno forti.

Le nostre forze, anche per la loro frammentazione, non ci hanno fin qui consentito di influenzare in modo determinante orientamenti di maggioranza o programmi di governo.

L’obiettivo fondamentale è quello di contribuire alla crescita di un Paese più aperto e vivace nel quale la libertà e il merito dell’individuo siano la forza fondamentale capace di garantire più sviluppo sostenibile e più equità. Un Paese nel quale diritti e doveri vadano di pari passo. Un Paese nel quale la responsabilità della comunità verso la persona sia accompagnata dalla responsabilità della persona verso la comunità.

Per questo la base di tutto è la costruzione di uno Stato finalmente laico perché garante di tutti i cittadini e rispettoso di tutte le fedi e non condizionato da alcuna gerarchia e corporazione.

Occorrono politiche attive e non politiche assistenziali come cardine dello sviluppo e della giustizia sociale.

Occorre soprattutto la coerenza delle politiche e per questo, riconfermando le idee programmatiche proposte in apertura, il contributo del Movimento di Bertinoro alla Costituente viene espresso nelle seguenti dieci idee:

1. le linee di una politica internazionale democratica secondo i principi del Manifesto di Euston,
2. l’ affermazione della laicità come indirizzo dell’azione dello Stato e come criterio essenziale nel confronto politico e culturale,
3. la centralità della democrazia effettiva con la garanzia della parità di opportunità tra sessi,
4. la valorizzazione dei meriti anche per la soddisfazione dei bisogni nella costruzione di un nuovo welfare inclusivo,
5. la riforma della Pubblica Amministrazione,
6. il governo della flessibilità e un nuovo modello delle relazioni industriali,
7. il federalismo responsabile, solidale e competitivo,
8. una politica energetica ed ambientale finalizzata alla soluzione dei problemi prodotti dal cambiamento climatico a partire dalla caduta di tutte le pregiudiziali compresa quella antinucleare,
9. la riduzione della pressione fiscale ed allargamento della base imponibile,
10. politiche di integrazione fondate sulla integrale estensione dei diritti e dei doveri degli stranieri.

In questo quadro in particolare parleremo di una politica di pace in Medioriente che non può rimanere ostaggio di un pacifismo a senso unico o di una realpolitik bottegaia, di un disegno di emancipazione dal bisogno delle fasce sociali deboli legato più allo sviluppo che alla pesante e non più sostenibile pressione fiscale, di una lotta al precariato fatta di incentivi e nuove possibilità per i giovani e non di semplici divieti, di un progetto di sviluppo sostenibile costruito sull’assenso dei cittadini a nuovi modelli di vita e di consumo e non sul blocco di utili opere infrastruttural,; di un new deal per il Mezzogiorno che punti, anche attraverso la lotta a tutte le organizzazioni delinquenziali, alla formazione, in ogni campo, di nuovi gruppi dirigenti che abbandonino la prassi di adagiarsi sul mero assistenzialismo, di una morale pensata per il singolo a vantaggio dei cittadini, che anche nelle questioni eticamente sensibili sia quindi sostenuta dall’affermazione di libertà responsabili e non da regimi di proibizionismo generalizzato, di uno Stato finalmente laico perché garante, nel rispetto della Costituzione, di tutti i cittadini e rispettoso di tutte le fedi e non condizionato da alcuna gerarchia e corporazione.

Ci rivolgiamo in particolare ai giovani che vanno visti come la risorsa fondamentale del Paese.

Il pensiero ispiratore deve essere quello di riconoscere un giusto spazio al talento, al merito, alle capacità ed alla forza delle nuove generazioni per fare dei giovani il principale elemento di trasformazione del Paese.

Per fare questo è importante che l’azione di rilancio economico-produttivo del sistema Paese, una volta affrontato e risolto nel modo più corretto il rientro definitivo dell’Italia all’interno dei parametri europei, si basi su un aumento di risorse pubbliche e private destinate al sistema dell’Università e della Ricerca.

Occorre creare le condizioni perché i giovani possano essere protagonisti della loro crescita e del loro futuro. Per questo occorre:

- sviluppare e valorizzare le competenze dei giovani,
- agevolare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro dipendente e autonomo,
- garantire sussidi di disoccupazione o soprattutto una rete di orientamento e formazione sul modello di altri paesi europei.
- favorire e ampliare la partecipazione alla vita pubblica e la rappresentanza,

Ci rivolgiamo alle donne perché siano protagoniste dello sviluppo del Paese rimuovendo tutti gli ostacoli ad una situazione di effettive pari opportunità tra i sessi. In questo senso occorrono politiche che incentivino la presenza della donne nei luoghi di lavoro con la creazione di nuovi servizi per i bambini e gli anziani, sgravi fiscali e più in generale politiche a favore delle famiglie.

Ci rivolgiamo a tutti: al popolo di sinistra, deluso per l’insufficiente attenzione della politica alle condizioni di vita dei cittadini ma anche agli elettori rimasti fedeli al centro destra per l’effetto di rigetto di una sinistra dai forti tratti conservatori, elitari e illiberali.

Parliamo a tutti gli elettori ma anche alle altre forze politiche del centro sinistra. Diciamo agli amici e compagni radicali che la prospettiva della Rosa nel Pugno è ancora valida, oggi in un quadro più ampio, e che il loro contributo alle nostre lotte comuni resta prezioso. Riteniamo significativo il richiamo di Sinistra democratica all’attualità della questione socialista nel nostro Paese salvo affermare da subito che non ci può interessare in alcun modo la sua riproposizione nelle varianti conservatrice o neo- terzinternazionalista. Nei confronti di coloro che nel Partito Democratico futuro manifestano culture laiche, socialiste, liberali adotteremo un atteggiamento di sfida e di verifica della coerenza delle loro posizioni. Noi crediamo che solo una presenza attiva di una forza autonoma come la nostra sarà possibile affermare simili sensibilità. Il futuro dirà chi ha ragione.

La forza politica che ci apprestiamo a costituire non sarà una ridotta per gli ultimi combattenti minacciati di distruzione ma un luogo da cui partire per sviluppare una iniziativa politica nelle istituzioni e nel Paese. Dovrà perciò essere un luogo aperto alla libera adesione di individui e di circoli e al loro autonomo contributo. Il partito dovrà partire dallo scioglimento delle strutture esistenti per realizzare una nuova organizzazione caratterizzata da schemi non rigidi che garantiscano una presenza reale ed ampia. Per questo dovranno essere utilizzate tutte le nuove forme esistenti di partecipazione. La capacità di rinnovamento del nuovo partito si misurerà soprattutto dal grado di rappresentanza che saprà garantire alla presenza femminile, per la conoscenza e l’effettiva partecipazione al dibattito ed alle scelte decisionali.

Il processo di costituzione del nuovo soggetto politico è oramai irreversibile e la meta è vicina.
Noi, Movimento di Bertinoro, siamo perfettamente consapevoli del nostro ruolo e delle nostre responsabilità e ci impegneremo sino in fondo e senza riserve per corrispondere alle speranze e alle attese che abbiamo suscitato.

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