DALL’ANALISI DEL CRAXISMO ALL’ANALISI DELL’ANTICRAXISMO
11 gennaio 2010
Ha iniziato la Moratti, forse, con la proposta di intitolare una strada di Milano a Bettino Craxi. Poi tutti si sono ricordati del decimo anniversario della morte e si sono messi a scivere, a commentarre e a ricordare. Nei blog tante stupidaggini, ma anche tanti sentimenti in contraddizione. Il piu’ sentito di questi e’ probabilmente quello di molti semplici socialisti di un tempo che pensano al loro leader, come al loro capo, ma anche statista, ammazzato da un golpe i cui contorni non sono ancora chiari. Ma un golpe che aveva certamente nella magistratura e in Saverio Borelli, fino ai giorni della morte, il suo carnefice e il suo braccio armato. Gli altri sentimenti sono quelli di altri socialisti che si sono sentiti traditi e che attribuiscono al leader la responsabilita’ della scomparta di una forte organizzazione politica, il PSI di allora. La morte di una comunita’. La distruzione di una famiglia. Poi ci sono i pareri di quelli che socialisti non erano e non lo sono mai stati. Questi non hanno sotanzialmente cambiato idea. Proseguono a sinistra nel considerare Craxi, un corrotto, scappato in Tunisia anziche’ farsi mettere in prigione in Italia come avrebbe dovuto, un malfattore, un ladro che ha distrutto l’Italia aggravandola con un pesante debito pubblico, un filibustiere che si prese un bel giorno in mano il PSI e lo mise contro il PCI che poverino eccetere eccetere. A destra un disastro. Una storia storeotipata che potra’ forse essere chiarita passando dalla discussione sul craxismo alla discussione sull’anticraxismo. E comunque arriveranno le celebrazioni del 19 gennaio e dintorni.
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