DA QUESTO GOVERNO VOGLIAMO COSE NORMALI di Nicola Cariglia da Pensalibero.it
09 settembre 2019
Non ci sono le condizioni, almeno a breve, per sognare. L’unico sogno da coltivare, semmai, è quello di un ritorno alla normalità.
La retorica, inesorabile compagna della politica, potrebbe giocare brutti scherzi al nuovo governo, come già è accaduto per molti di quelli che lo hanno preceduto. Sotto il grandinare delle critiche dei partiti di opposizione, molti esponenti di PD e 5Stelle hanno pensato bene di galvanizzare le loro truppe e, magari anche gli elettori, promettendo che con il Conte bis intendono farli sognare. Se ne guardino bene: potrebbero combinare guai maggiori perfino di chi li ha preceduti (considerando, oltretutto, che per oltre la metà si tratta dei soliti).
Non ci sono le condizioni, almeno a breve, per sognare. L’unico sogno da coltivare, semmai, è quello di un ritorno alla normalità. Cioè di una situazione nella quale i partiti, al governo o all’opposizione, non siano più seminatori di odio ma di semplici idee, con la modestia di chi sa che sempre, e da chiunque altro, può spuntare un’idea migliore della nostra. Perciò, basta con la stagione nella quale gli avversari si rottamano, o si asfaltano, e i diversi si tengono a bada con le ruspe: il linguaggio non è neutro rispetto ai sentimenti e alle intenzioni, seppure non debba mai essere preso alla lettera.
Dal medesimo governo ci aspettiamo poche e semplici cose e, possibilmente, pochissime parole. In primo luogo che si eviti l’aumento dell’IVA e si cominci un percorso fiscale di maggiore equità: se c’è chi paga già molto, c’è anche chi rischia di restare strozzato. Si dia fiato, intanto, a questi, sapendo tuttavia che le cose da rivedere sono tantissime e legate ad una condizione: una seria ed efficace lotta all’evasione. Nel programma di governo, tra le tante cose che resteranno lettera morta, ce n’è una, la più inutile e demagogica, che quasi certamente si farà. Il taglio dei parlamentari, posto come condizione dai 5Stelle e accettato da PD. In Italia il problema, come sappiamo, non è quanti sono i parlamentari ma il come lo diventano: non per scelta degli elettori ma per designazione degli oligarchi dei partiti. Poiché sarà necessario accompagnare il taglio di deputati e senatori ad una nuova legge elettorale, si colga l’occasione per restituire agli elettori il potere di scegliere i propri rappresentati. Ciò può avvenire in due modi: o attraverso piccoli collegi uninominali o con il voto di preferenza. Temiamo che, invece, la soluzione sarà quella delle liste bloccate, per non scalfire il controllo dei partiti sui parlamentari. Non è cosa buona e nemmeno giusta.
Infine, ci aspetteremmo da questo governo qualche segnale di rinnovata attenzione per le politiche sociali, dopo anni di tagli che hanno notevolmente ridimensionato il nostro welfare. La civiltà si vede da come vengono trattati i bambini ed i vecchi: dunque scuole, ospedali e strutture socio-sanitarie, ragionevole certezza del lavoro e di un tetto per tutte le famiglie. Cioè settori che da troppo tempo sono stati abbandonati e che rappresentano i maggiori bisogni in una Italia molto più povera rispetto a venti o trenta anni fa.
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