CRONACA DI UN SUICIDIO ANNUNCIATO di Alberto Benzoni

25 ottobre 2017

CRONACA DI UN SUICIDIO ANNUNCIATO di Alberto Benzoni

Tutto comincia con l'arrivo, nella primavera del 2017, di Giuliano Pisapia. Il Nostro non ha nessuno dei requisiti del leader: non il suo passato, pure dignitoso; non il carisma; non un progetto o un'idea forza; non l'identificazione con un evento; non un pensiero originale; non la presenza di un gruppo o di importanti seguaci a suo sostegno. Pure, gli basta una sola parola per bloccare, per quasi quattro mesi, il processo di aggregazione in atto nella sinistra antirenziana, in vista delle elezioni prossime venture; e oltre.
La parola magica è "Ulivo". Qui anche un bambino capirebbe che si tratta di un progetto politico-parlamentare di impossibile realizzazione: perchè non ha dietro di sè ( contrariamente a quanto pensano i cultori dell'idea del complotto) nessun potere forte, al contrario; perchè non è proprio presa in considerazione dalla stragrande maggioranza interna al Pd; e, infine, perchè, comunque, non ci saranno, nel prossimo parlamento, i numeri per metterla in campo.
Tutto questo i dirigenti MDP e SI lo sanno benissimo. Per loro, allora, il fascino del messaggio sta nel non detto: e cioè nell'implicita promessa di cambiare la legge elettorale con un ritorno al Mattarellum o a qualcosa che gli somigli il più possibile.
Il Mattarellum è stato quel sistema che garantiva alla sinistra non comunista di stare in un sistema di "unità e diversità": uniti quando si tratta, nel maggioritario. di fare blocco contro la destra ( con l'aggiunta, il che non guasta, di potere inserire nella lista propri rappresentanti); diversi e magari anche divisi quando si tratta, nel proporzionale, di difendere la propria identità.
Per MDP e SEL la migliore soluzione possibile. Oggi queste due forze hanno, grazie al porcellum e a Bersani una presenza di poco meno di 100 parlamentari; e sanno benissimo che potranno, bene che vada, riportarne in Parlamento meno della metà. In questa situazione un accordo magari anche tecnico che assicuri la non ostilità del Pd può rassicurare molti; mentre l'idea di correre da soli, con il Pd tutto intento a distruggerli è fonte di un terrore assolutamente paralizzante.
In questo quadro Pisapia è una garanzia; se è tornato tra di noi qualcuno l'avrà pure mandato; e questo qualcuno corrisponde ad un Pd desideroso, come è logica che sia, di tenere in piedi un sistema di alleanze senza il quale le sue possibilità di non sconfitta"si ridurrebbero praticamente a zero.
Quello che però i nostri non sanno o non vogliono capire è la natura della loro controparte: un governo e una maggioranza che accantonano, giorno dopo giorno, gli elementi di distinzione dal centro-destra- che si tratti di economia o di istituzioni, di Europa o di immigrazione; una componente ex democristiana che vede favore il suo ruolo di mediazione nelle future grandi coalizioni già benedette dall'Europa; e, infine, a coronare il tutto, una legge elettorate indegna. Nei suoi contenuti palesemente anticostituzionali; nei tempi e nei modi in cui è stata imposta; e, soprattutto nei suoi obbiettivi: aprire un'autostrada all'alleanza di centro-destra, svantaggiando contestualmente lo stesso Pd e,ciliegina sulla torta, marginalizzare il M5S e distruggere sul nascere la sinistra di opposizione.
Per il Pd un suicidio annunciato. Per noi un campanello d'allarme. O si cambia, da subito, registro nella prospettiva della creazione di un nuovo soggetto politico a sostegno delle ragioni e delle speranze del "no"di sinistra o si sparirà nel disinteresse generale.

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