CORAGGIO LAICO. DODICI MAGGIO, 33 ANNI DOPO - di Enrico Boselli, da Il Riformista dell’11 maggio 2007
23 maggio 2007
Celebriamo la vittoria sul divorzio. Il Family Day è soltanto una rivalsa
Relativista, anticlericale, laicista, ricostruttore di storici steccati, sono le etichette che di volta in volta mi sono state affibbiate semplicemente per aver sottolineato una cosa evidente e ovvia: lo Stato italiano è uno Stato laico. La laicità è una caratteristica fondamentale delle moderne democrazie occidentali. Le accuse di laicismo si accompagnano alle critiche allo Sdi per non aver continuato a sostenere il progetto dell'Ulivo. In realtà non siamo stati noi a mutare orientamento ma è cambiata la natura del progetto. Questo è avvenuto quando Rutelli sull'onda del referendum sulla fecondazione assistita ha fatto della Margherita un partito confessionale e con ciò ha cambiato tutte le carte in tavola.
Il Partito democratico è diventato una macchina con due volanti, uno laico e uno confessionale. Ai lettori del Riformista risparmio i dettagli, l'adesione di Rutelli agli inviti all'astensione di Ruini, le prese di posizione della Margherita sulle Unioni di fatto e oggi sui Dico. Aggiungo solo che avevamo visto per tempo che l'accordo tra Ds e Margherita era destinato a concludersi con un confusa contrattazione su principi di libertà e di laicità sui quali non è possibile alcuna mediazione.
Ora assistiamo senza più stupirci, al leader della Margherita che esprime la sua preferenza per la manifestazione voluta e organizzata dalle gerarchie ecclesiastiche contro i Dico. Noto solo che in questo modo Rutelli prende le distanze da una proposta di legge, come quella sui Dico, che egli stesso ha votato in Consiglio dei ministri assieme a tutti gli altri colleghi di partito. È un'ambiguità davvero strepitosa. D'altra parte la Margherita, nel suo ultimo congresso, ha votato, con una vera acrobazia politica, due documenti che sono nel contenuto nettamente contrapposti: uno a favore dei Dico e l'altro a sostegno del Family Day contro i Dico.
Ormai le posizioni di Rutelli sono chiare. Ci sorprendono invece le timidezze e i balbettii di Piero Fassino e dei vertici dei Ds. Non si ha neanche il coraggio di rivendicare il merito di aver introdotto in Italia, assieme a socialisti e radicali, la legge sul divorzio e quella sull'aborto. Eppure Fassino era stato uno dei protagonisti della battaglia per modificare con il referendum la legge sulla fecondazione assistita. Questa improvvisa acquiescenza nei confronti del Vaticano nasce dagli equivoci sui temi della laicità che sono alla base del cantiere del Partito democratico.
Non possiamo credere che Parigi valga una messa o, per dirla in termini di attualità, che per costruire il Partito democratico si debba fare un compromesso sui valori della laicità con la Chiesa. Questo disegno farà del Pd qualcosa di profondamente diverso dal progetto che Prodi annunciò a Gaeta sette anni fa. Ciò che si sta costruendo è molto più arretrato del Partito democratico americano, per non parlare della socialdemocrazia europea. Di fronte al Papa che scomunica chi legifera sull'aborto, persino Andreotti si sente un eretico.
I laici credenti e non credenti non potevano consentire che il 33esimo anniversario della vittoria referendaria sul divorzio fosse celebrato con uno spirito di rivincita da una manifestazione oscurantista e clericale. È per questo motivo che con «coraggio laico» ci ritroveremo a piazza Navona per tutelare la famiglia in tutte le forme che ha assunto nella società moderna, ricordando che riconoscere i diritti civili non restringe ma allarga la libertà di tutti.