CIAO ISO. Un breve ricordo di Roberto Biscardini – 31 agosto 2005
16 settembre 2005
La perdita di Aldo Aniasi è apparsa a tutti drammaticamente improvvisa. Lo avevamo visto e sentito fino agli ultimi giorni di luglio e nulla poteva faci pensare che ci avrebbe lasciato così presto. Avevamo con lui organizzato a luglio due importanti manifestazioni. Una di presentazione del libro sugli scritti di Riccardo Lombardi e una di presentazione del libro di Luigi Covatta sui “Menscevichi”. Avevamo in quelle settimane discusso dell'attività del circolo De Amicis. Dei programmi per i prossimi mesi. Il convegno già programmato per la fine di settembre su Francesco De Martino e gli proposi proprio in quei giorni di organizzare insieme un grande convegno sulla socialdemocrazia e in particolare sulla figura politica, troppo dimenticata, di Giuseppe Saragat. Oggi di assoluta attualità. Utile ai socialisti e utile alla sinistra.
Iso nonostante i suoi 84 anni ci ha lasciato troppo presto. Nessuno di noi che lo ha frequentato negli ultimi mesi poteva sospettare che fosse malato o che si potesse ammalare. Sempre dritto, lucido, attivissimo, operativo, pronto a rispondere, a discutere e a promuovere iniziative pensando alla ricostruzione di una forte realtà socialista a Milano.
Si è detto in questi giorni che Aldo Aniasi è stato tante cose, partigiano combattente, amministratore locale, sindaco, parlamentare, ministro. Un uomo che amava la sua Milano e che sapeva, come abbiamo avuto modo di verificare anche ieri, in occasione della cerimonia funebre a Palazzo Marino, quanto fosse amato dai suoi cittadini. Non solo era per molti un particolare punto di riferimento, ma Aniasi era diventato a Milano e per la sinistra una presenza tranquillizzante, un punto a cui poter fare riferimento. Era per tutti i socialisti, anche se da posizioni politiche diverse, un pezzo della loro storia.
Conobbi Aniasi quando da giovane socialista lui era sindaco. Quando provenendo dal movimento studentesco non solo simpatizzavamo per la laicità e il pluralismo politico e culturale del PSI, ma anche perché in quel momento a Milano c’era un sindaco socialista come lui, contemporaneamente difensore della legalità istituzionale e costituzionale, ma anche una persona che sapeva capire il significato “democratico” della protesta, compresa quella di piazza. Un compagno con il quale ci si poteva confrontare, un Sindaco che non stava per definizione dall'altra parte della barricata. Un sindaco che di fronte allo stragismo nero e alle BR sapeva reagire con fermezza e nel modo giusto.
Aniasi ha trascorso tutta la sua vita da socialista a suo modo, da aniasiano nel PSI e negli ultimi anni da socialista nei DS.
Quando finito il Psi scelse la strada dei Ds, pensava di potere fare in partito molto di più di quanto poi non accadde. Pensava che la dichiarata scelta socialdemocratica dei Ds avrebbe consentito anche a lui di portare il proprio contributo, da socialista, su una linea ormai unitaria. Ma quante volte con noi ha avuto modo di lamentarsi. Dispiacendosene. La struttura di quel partito era ancora troppo diversa da come lui sperava. E a molti di noi che non avevano condiviso quella sua scelta personale, pur rispettandola, chiedeva però di lavorare insieme dicendo "noi comunque siamo sempre socialisti". E noi non ci siamo mai rifiutati, abbiamo sempre accolto i suoi inviti. Il collante, il punto di intesa era il De Amicis, un punto di riferimento politico e culturale per i socialisti, per la sinistra e per la città. Un utile punto di incontro per un dibattito libero nella sinistra.
Utile anche per consentire a noi di stare nella sinistra, senza mai rinunciare alla nostra identità, alla nostra autonomia e al nostro modo di essere culturalmente liberi, per discutere della sinistra, delle sue potenzialità, ma anche delle sue debolezze e dei suoi ritardi. Molti sono i segni di questo suo modo di essere stato socialista sempre. Aver voluto tenacemente la mostra di Sandro Pertini, perché i giovani conoscessero attraverso di lui la storia del movimento socialista e il suo difendere la Fiap - Federazione italiana delle associazioni partigiane, laica, socialista e repubblicana. Aniasi mi aveva chiesto di avere dal Senato per lei la massima attenzione. “Va bene l'Anpi, ma non c'è solo l'Anpi”. Con i suoi modi sottili e garbati il compagno Iso ha saputo dedicare tutta la sua vita al socialismo, all’impegno laico e antifascista. La sua improvvisa scomparsa non deve adesso interrompere i suoi progetti, quelli che con lui stavamo perfezionando. Non deve far venire meno il ruolo del De Amicis come la sede del dialogo fra tutte le forze che nella sinistra guardano alla socialdemocrazia europea, ma contemporaneamente questa sua creatura può essere la sede culturale per un dibattito necessario alla riunificazione dei socialisti, per lavorare insieme a tutti coloro che ci stanno, insieme a tutte le altre sigle e associazioni. Insieme alla nostra associazione “il Socialista” alla quale Aniasi aveva aderito il 17 novembre 2003.
Recentemente Aniasi mi aveva manifestato grande interesse per il progetto di ricostruzione di una nuova forza socialista e vedeva con favore l’unità fra Sdi e Nuovo Psi e quindi il passaggio di questo partito nel centrosinistra. Provocatoriamente qualche mese fa gli chiesi di iscriversi allo Sdi, lui non disse di no, ma io per pudore e con un po’ ironia gli feci capire che forse a lui poteva essere consentita la doppia tessera.
Le tante persone che si sono riunite ieri a Milano in Piazza della Scala per l’ultimo saluto hanno testimoniato quanto questa città abbia bisogno di figure nobili come la sua. In Piazza Scala non c’erano solo i dirigenti socialisti che hanno condiviso con lui tante battaglie della storia politica milanese. C’era il popolo socialista, tanti suoi vecchi elettori, tanti amici, ma anche tanti cittadini comuni e nella commozione è sembrato che per un attimo Milano si fosse resa conto che bisognava colmare un vuoto. E’ come se tutti i socialisti abbiano colto nella grandissima perdita, che la scomparsa di Aniasi rappresenta, il bisogno di riavere un partito socialista forte e unito ed è come se molti cittadini comuni abbiano riscoperto il ruolo della politica socialista a Milano. Insieme agli applausi per Iso, ieri davanti a Palazzo Marino i compagni partigiani hanno intonato le note di “Bella ciao”, i socialisti hanno invocato l’unità e alcuni cittadini la necessità di una svolta politica affinché Milano possa avere presto una guida socialista. Erano anni che ciò non accadeva. Ancora una volta il compagno Iso ha fatto la sua parte.