CHIAMARSI SOCIALISTI
02 aprile 2013
Documento per la immediata convocazione del Congresso Nazionale del PSI
Chiamarsi socialisti, nell’Italia di oggi, non è una scelta da poco. E’ il richiamo ad una storia; ma è soprattutto l’impegno costante per preservare e aggiornare, in condizioni difficili, l’identità, l’indipendenza e soprattutto la vitalità politica del socialismo e soprattutto del Partito Socialista Italiano. E’ mantenere fede alla nostra funzione storica e politica, che è ancora più urgente in tempi di crisi economica, di difesa dei lavoratori, dei poveri, di chi chiede diritti, nel quadro di valori ben definiti di laicità e di eguaglianza sociale.
Questo è il mandato su cui si basa il nostro stare insieme. Questo è il vincolo morale e politico che è entrato in crisi con la rinuncia alla presentazione della nostra lista alle elezioni. Una decisione che, pur avendo ottenuto una presenza in Parlamento, ha implicato una sfiducia di fondo sul valore presente e sulle prospettive future di una formazione autonoma che si richiami ai valori ed alla cultura del socialismo. Su tutto questo si impone una profonda riflessione critica e anche autocritica, in primo luogo attraverso un congresso. Questo approfondimento non deve riguardare solo funzione e prospettive dei socialisti, bensì l’intera sinistra riformista italiana dopo l’insuccesso elettorale, vista nel contesto nazionale e in prospettiva europea. Oggi, c’è il rischio che nell’opinione pubblica diventi definitivo il convincimento dell’irrilevanza del nostro Partito e, ancor più grave, della nostra tradizione politica. Una convinzione che sembra farsi largo anche al nostro interno, con proposte di cambiamento del simbolo e del nome del PSI. Per quanto ci riguarda, intendiamo reagire a questo processo autodistruttivo.
Sappiamo benissimo che la nostra crisi ha radici reali e che il possibile rilancio della nostra iniziativa politica ha bisogno in tutti i sensi, di un salto di qualità. Ma, non spetta a noi, nè ad alcun ristretto "gruppo dirigente" decidere della vita o della morte del Partito Socialista in Italia. Spetta al popolo socialista, ovunque esso sia, decidere cosa fare e come farlo. Al popolo di ieri, di oggi e a quello potenziale di domani.
Per questo si impone una immediata convocazione di un Congresso Nazionale "aperto e di ricostruzione".
Il nostro obiettivo, sia chiaro una volta per tutte, non è di aprire una vertenza interna che, all’insegna di una resa dei conti o del compromesso al ribasso, punti ad una redistribuzione del potere al vertice lasciando tutto il resto così com’è.
Vogliamo invece un congresso di rilancio dell’idea e del Partito Socialista Italiano, che sia una riflessione aperta sulle nostre responsabilità del passato, ma anche la realizzazione delle condizioni di partenza per un possibile diverso futuro, nel segno della discontinuità con pratiche e metodi inadeguati, ma nella continuità dei valori, il nostro vero patrimonio. Ponendo a tutti i socialisti come a tutti gli italiani il tema del significato del valore della cultura socialista nell’ Italia di oggi.
In questa prospettiva, l’appuntamento congressuale in tempi brevi, è una richiesta che non conosce subordinate o tattiche dilatatorie.
Preservare l’identità socialista nella sinistra italiana e nelle forme di un partito saldamente ancorato al Partito del Socialismo Europeo e dell’Internazionale Socialista rimane per ciascuno di noi, un dovere cui non intendiamo sottrarci.