CHE FARE di Roberto Biscardini del 15 agosto 2019
15 agosto 2019
Non sappiamo come finirà questa strana crisi di governo, piena di imbrogli e
giochi pericolosi. Salvini è un maestro, sa giocare a poker e bleffa in
continuazione, ma con il rischio per lui molto probabile che gli altri vadano a
vedere le carte. Ha avuto coraggio (come dice lui) ma adesso rischia di andare
a sbattere. Lui insieme ai suoi sondaggi, e siccome sembra prevalere in molti
la consapevolezza che la cosa più giusta da fare è fermarlo, un governo molto
probabilmente si farà. Di minoranza per andare a votare presto. Più
probabilmente un governo a termine per andare al voto la primavera prossima.
Ancora più probabile un governo con un programma minimo con l'obbiettivo di travalicare
il 2022 e l'elezione del Presidente della Repubblica. O addirittura un governo
con un programma di legislatura con M5s, Pd, sinistra, autonomie e chi ci sta.
Una soluzione per superare un momento difficile del paese, un paese che sta
rischiando grosso, sia sul terreno economico, sia su quello ancora più
insidioso della credibilità delle sue istituzioni. Credibilità interna e verso
l'esterno. Detto questo una cosa é certa: senza una verifica elettorale,
qualsiasi soluzione suonerà come transitoria. Per tante ragione. Per come si é
arrivati alla crisi. Per come era già nato male il governo uscente. E perché,
comunque vada, un nuovo governo dovrà reggersi, pur con tutte le migliori
intenzioni, su due protagonisti principali poco credibili, il M5s e il Pd, due
partiti in difficoltà, in crisi di identità e addirittura con molte tensioni e
contraddizioni interne. Insomma solo un voto, quando sarà, dirà chi ha i
consensi veri e chi no, solo il voto potrà delineare nuovi equilibri politici.
Ma noi nel frattempo dobbiamo porci la domanda: in questa fase cosa possiamo fare?
Noi che non ci riconosciamo né nel M5s né nel Pd, per gli errori che hanno
commesso e per ciò che rappresentano. Cosa possiamo fare noi che non vogliamo
trovarci di fronte la prossima volta al dilemma di votare o gli uni o gli altri
per assenza di alternative. Noi, grande parte degli italiani, che siamo finiti
nell'astensione, magari da decenni. E noi socialisti orfani non solo della
nostra bandiera ma impossibilitati da anni a dare concretezza a politiche di
giustizia, per affermare i valori fondamentali in cui crediamo. Cosa possiamo
fare insieme ad altri. Insieme a tanti altri, da anni apolidi e senza
rappresentanza politica. Senza partiti significativi di riferimento.
Socialisti, liberali, laici, ambientalisti e cattolici. Democratici. Cosa
possiamo fare tutti insieme? Intanto dovremmo lavorare per definire un progetto
minimo comune: democrazia, lavoro, ambiente e Mezzogiorno. Pochi punti, poche
idee forza. Dovremmo porre sul tavolo la questione fondamentale di ciò che é
stato il grande imbroglio della seconda repubblica: la personalizzazione della
politica, il superamento dei partiti e le leggi elettorali di tipo
maggioritario. Restituire agli elettori un sistema elettorale di tipo
proporzionale e con ciò il diritto di poter scegliete il partito e gli eletti
sarebbe già di per sé un grande segnale di giustizia.
E dovremmo chiamare tutti, i tanti, intellettuali e uomini di cultura con i
quali da tempo ci sentiamo in sintonia, ma ognuno ancora fa per sé. Chiamare
chi si sta. Politici generosi e disinteressati. I giovani, i tanti giovani,
pronti a fare battaglie di giustizia, di solidarietà e di uguaglianza.
Internazionalisti nell'anima. Pronti a dirsi socialisti in ogni parte del mondo
(talvolta con spirito cristiano). Le associazioni, i circoli, i sindacati che
vivono attivamente nel sociale ma senza riferimenti politici su cui poter
contare. Chiamare tutti a dare il proprio contributo per la definizione di un
nuovo schieramento democratico. Un'alternativa a ciò che è stata la sinistra
in questi anni. Non di sinistra, mai vera alternativa alla destra e alla logica
del capitale, spesso solo o di potere o autoreferenziale. Mai di governo nel
senso alto del termine. Un'alternativa a ciò che è stato il centrosinistra,
trascinato anch'esso nella contrapposizione frontale e spesso penosa con la
destra. Un'area di speranza e rinnovamento del sistema politico italiano che
potrà concretizzarsi con la presentazione di una lista, espressione di questo
progetto nuovo. Una lista che potrebbe contare in poco tempo su molti consensi.
Una lista che consenta a tutti coloro che, pur essendo portatori di culture
politiche forti, sono divisi e dispersi di non esserlo più. Che consenta loro
di ritornare ad essere uniti, dentro un grande soggetto e una nuova prospettiva
per il futuro.
Diversamente ognuno sarà costretto a fare ancora per sé, ma senza grande
speranza di successo.