CAPITALE UMANO, SOCIALE E AMBIENTALE di Roberto Biscardini dal Giorno del 18 giugno 2021
18 giugno 2021
Le priorità
CAPITALE UMANO, SOCIALE E AMBIENTALE
di Roberto Biscardini
Il futuro di Milano.
Difficile parlarne senza affrontare in qualche modo il tema delle prossime
elezioni. E delle cose più urgenti da fare, in un momento delicato, di
preoccupazione e sfiducia.
La sfiducia nella politica
dei luoghi comuni, fatta di piccoli effetti speciali, di improvvisazione, senza
una visione a lungo termine. Eppure c’è voglia di cambiare. Fuori dalla logica
dei vecchi schieramenti (in disfacimento), coscienti che la partita non è più
tra centrodestra e centrosinistra, ma tra chi ha il coraggio di dire la verità
e chi no. Chi ha il coraggio di dire le cose come stanno, anche contro quel pensiero dominante che ha travisato la realtà,
incurante dei bisogni veri delle persone.
Sì, perché Milano non è solo la città che cresce in altezza e brilla nel mondo, è la città dei suoi cittadini. Molti in difficoltà, molti venuti qui in nome dei valori di solidarietà e accoglienza che Milano sapeva esprimere. La città con il cuore in mano. Con una amministrazione forte, in grado di rispondere rapidamente alle esigenze dei suoi cittadini.
Oggi questo non c’è più. I cittadini non si identificano con il loro municipio che non è più luogo della partecipazione attiva.
Ma oggi, anche alla luce dei problemi posti dalla pandemia, il quadro è chiaro.
La Milano del futuro deve essere capitale sociale, capitale dell’ambiente e la città del capitale umano, non solo del capitale finanziario e immobiliare. Deve lasciarsi alle spalle un modello fatto per pochi e non per tutti, e tornare ad essere contemporaneamente capitale economica di una grande area urbana.
La questione sociale, ha come questione centrale il tema della salute. Che i milanesi hanno affrontato nel binomio tra le insufficienze della Regione Lombardia (compreso il depauperamento del Servizio Sanitario Nazionale) e l’assenza dell’amministrazione comunale. Perché non è sufficiente per il Comune scaricare tutte le responsabilità sugli altri. Il Sindaco è ancora il depositario della tutela della salute pubblica e può ricostruire un rapporto positivo tra amministrazione comunale e medicina di base, tra il Comune e un altro modo di garantire sanità e assistenza a tutti. Milano capitale sociale può cambiare il volto della città. Perché siano date risposte concrete ai giovani e alle famiglie, molte delle quali hanno dovuto a lasciare Milano perché la città è troppo cara. Faticano a fare un figlio se lo desiderano. Non hanno aiuti sufficienti soprattutto se numerose
Milano capitale
dell’ambiente, per una diversa qualità urbana e della vita, significa dotarsi
di una strategia ecologica rivolta a tutti, non a danno dei più deboli. Attraverso
una diversificata azione strategica, andando al fondo delle cose, Fuori dai
provvedimenti “tattici” e un po’ patetici come dipingere l’asfalto di qualche
colore. Per recuperare, ad esempio, il ruolo che storicamente nella nostra
città era affidato all’acqua, fonte di vita e di bellezza. Facendo del progetto
di riaprire i Navigli è il più grande intervento ecologico che Milano abbia mai
realizzato dal ‘900 ad oggi. Un progetto di rigenerazione urbana di grandissime
dimensioni. Che avrà un carattere dirompente in tutta Europa. Il manifesto di
una futura città carbon-zero perché attraverso la presenza dell’acqua e il recupero del reticolo idrico sotterraneo
si potrà promuovere il più largo uso delle risorse per un’economia pulita. Ripristinare
la biodiversità e ridurre l’inquinamento. Promuovere un diverso uso di città e
garantire maggiore efficienza energetica degli edifici. Insieme alla
riconnessione delle aree verdi e delle aree ad uso pubblico e pedonale. Ben più
significativo dell’uso dei monopattini e delle realizzazione di piste ciclabili
pericolose per gli stessi ciclisti..
Infine la Milano del
capitale umano, per un nuovo modello di sviluppo fondato sull’economia della
conoscenza. Perché Milano non sia più la città che, pur disponendo di grandi
eccellenze universitarie, costringe i propri talenti ad andare all’estero per
trovare un futuro sicuro e uno stipendio proporzionale alle loro aspettative.
Perché Milano non sia più la città dei tanti contratti precari. Ma che dia senso al diritto al lavoro contando sulla valorizzazione della formazione e dell’istruzione. Compreso l’istruzione permanente oggi da riscoprire. Una formazione sempre più larga, come intersezione di saperi, per poter cogliere le migliori opportunità di lavoro, pronti ad occupare ruoli complessi e di grande valore. Perché Milano possa rinascere ripartendo dalla cultura, diffusa e per tutti, al centro come nei diversi municipi.
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