BOSELLI DICE NO A MUSSI SULLA PIATTAFORMA DI BERTINOTTI - 5 giugno 2007
11 giugno 2007
I due cantieri, quello socialista e quello della sinistra progressista e ambientalista, provano ad aprirsi reciprocamente. Ma alla prima prova è fumata nera: i socialisti di Boselli dicono: "grazie ma il socialismo è un'altra cosa". Non è stato un incontro di cortesia, quello di oggi pomeriggio all'Hotel Nazionale tra il ministro e leader di Sinistra Democratica, Fabio Mussi e il leader dello Sdi Enrico Boselli. All'incontro, oltre ai due leader, hanno partecipato i capigruppo di Camera e Senato di Sd, Cesare Salvi, Titti Di Salvo, Valdo Spini, Silvana Pisa, il vicepresidente del Senato, Gavino Angius e il deputato Marco Fumagalli. Per la delegazione socialista, oltre a Boselli, il viceministro Ugo Intini, il capogruppo alla Camera Roberto Villetti, Rapisardo Antinucci e l'europarlamentare Pia Locatelli. Fabio Mussi apre ai socialisti il cantiere dell'unità a sinistra, convinto che “le antiche classificazioni non hanno senso”; Enrico Boselli vede con gli ex diessini punti in comune sulla laicità, ma non cambia idea: “Sono sempre stato convinto che non si può far nascere una forza parte del socialismo europeo accordandosi con Rifondazione”. Il primo incontro tra Sinistra Democratica e i socialisti dello Sdi si conclude quindi con una conferma delle distanze tra le due forze, soprattutto sui temi economici. Oltre due ore di incontro in un albergo per parlare del cantiere, o dei cantieri, in piedi a sinistra del Pd. Ma, oltre ai toni cordiali e alla convergenza su temi come i Dico e la laicità, le strade non sembrano avvicinarsi ed infatti giovedì lo Sdi non parteciperà alla riunione di tutti i parlamentari della sinistra radicale e di Sd sui temi di politica economica. Ed è proprio sul tema delle riforme economiche che Boselli registra le maggiori distanze: “Ci sono differenze - ammette Boselli - abbiamo parlato a lungo dell'incontro di giovedì e vedremo che ne uscirà. Certo se esce la piattaforma di Rifondazione, è difficile che su quel terreno si troveranno punti di incontro”. Più possibilista il ministro Mussi: ”Stiamo cercando convergenze e unità programmatica, poi se sono rose fioriranno”.
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