AUBRY CONFERMATA SEGRETARIA, MA LA GUERRA DELLE ROSE CONTINUA di Luca Sebastiani da Il Riformista, 26 novembre 2008
11 dicembre 2008
Parigi. Il Consiglio nazionale ha deciso. La nuova segretaria del Partito socialista francese è Martine Aubry, che al voto dei militanti di venerdì ha raccolto non 42, bensì 102 voti in più dell'avversaria. Ségolène Royal aveva contestato quell'infinitesimale vantaggio accusando Martine di brogli, ma alla fine la commissione interna appositamente riunitasi ha attribuito a Madame Trentacinque ore un surplus di sessanta voti. Certamente non un trionfo. E neanche un vittoria piena, ma comunque un ulteriore margine che consegna agli aubrysti la maggiore tranquillità di cui avranno bisogno nelle prossime ore per rispondere agli attacchi dei segolenisti che non ammainano la richiesta del «secondo secondo turno». Da ieri il Ps ha una segretaria, ma il partito è al muro contro muro. E ormai per comprendere quello che sta accadendo bisogna fare appello alla psicologia. I politologi non bastano più per spiegare come la psicorigidità di Ségolène Royal e Martine Aubry abbia diffuso in questi giorni l'isteria in tutto il partito. C'è da stare sicuri, infatti, che la decisione del Consiglio non basterà a fermare lo psicodramma e a girare pagina. Le cose sono andate troppo avanti e gli animi sono definitivamente avvelenati. Mentre l'Ump di Sarkozy guarda divertito e lancia frecciatine sarcastiche all'indirizzo dell'opposizione; mentre la sinistra trokzkista di Olivier Besancenot e il centro moderato di François Bayrou volteggiano come avvoltoi ai confini di un elettorato socialista pronto a cambiare aria, il Ps si dibatte ancora nell'ennesima tappa di un congresso che avrebbe dovuto rinnovarne lo spirito, aggiornarne l'ideologia e conferirgli un capitano, e che invece l'ha collocato di fronte ad un bivio da brivido: o l'approdo in tribunale per una lite coniugale, o insieme ma separati in casa. Tanto è convinta delle sue ragioni, che ieri la Royal aveva calato la carta della minaccia per forzare il parere di una commissione di revisione sospettata di tendere a favore dell'Aubry. Il presidente, infatti, non è altri che Daniel Vaillant, jospinista di ferro, amico intimo di Bertrand Delanoë e storico disprezzatore della Royal. Senza contare che Ségolène nella commissione era nettamente minoritaria. Come anche al Consiglio nazionale dove la sua mozione ha il 29 per cento. Ecco perché ieri ha fatto depositare ai suoi uomini una domanda ufficiale di annullamento dello scrutinio. Senza il quale, hanno minacciato i segolenisti, sono determinati a portare la questione in tribunale e a convocare una manifestazione a rue Solferino, di fronte alla sede del Ps. Un fatto senza precedenti, ma che la dice lunga sulla determinazione di Ségolène. Per lei non c'è alternativa, «bisogna ridare la parola ai militanti». Da parte sua la Aubry fa già le prove da segretario ed ecumenicamente, con i risultati della commissione già in tasca, aveva fatto sapere che avrebbe accettato «il risultato qualsiasi esso sia». Per poi aggiungere che lavorerà a «l'unità di tutti i socialisti». Ma che alla fine si rivoti o meno, che la segretaria resti Martine o diventi Ségolène, il risultato non cambierà. La nuova segreteria avrà il compito titanico di riportare la serenità in un partito avvelenato e di sostenere una linea politica che, data la frammentazione che dovrà cercare di comporre, sarà ben poco visibile dagli elettori. Gli elefanti come Laurent Fabius o Dominique Strauss Kahn che puntano alle presidenziali del 2012 possono stare tranquilli: finché regna il caos resta aperta la porta della candidatura al posto di sfidanti di Sarkozy. E poi la nuova segretaria dovrà affrontare in queste condizioni il primo test elettorale tra sei mesi, il voto delle europee. E c'è già chi comincia a mormorare che in caso di batosta si aprirebbe la strada del congresso straordinario. Non è un'ipotesi fantascientifica. Dopo la sconfitta alle europee del '94, Michel Rocard dovette lasciare la segreteria del Ps cui era stato eletto l'anno prima. Così di regolamento di conti in regolamento di conti, ieri un simpatizzante disperato dallo spettacolo dei «capi», ha messo il Partito socialista all'asta su Ebay. Al miglior offerente.
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