ASSEMBLEA SOCIALISTA, ROMA SABATO 24 OTTOBRE, CERCHIAMO DI ESSERE PRESENTI
22 ottobre 2015
Care compagne e cari compagni,
dopo la bella riunione di ieri a Milano, sono a sottoporti un'altra opportunità di confronto, ben più importante, che riguarda le sorti dei socialisti italiani e in particolare la possibilità o meno di tenere viva la cultura del socialismo italiano. Una sorta di appello per risvegliare le coscienze rifiutando la rassegnazione che attraversa anche le nostre fila.
Soprattutto per questo abbiamo deciso di promuovere un’assemblea che si terrà a Roma il 24 ottobre presso l’Hotel Aran Mantegna alle ore 10.30 per riprendere il filo di un’iniziativa politica che sembra oggi purtroppo interrotta e per questo ti invitiamo a partecipare e a condividere con noi una nuova avventura rivolta a tutti i socialisti nella convinzione che la questione socialista non sia giunta al suo esaurimento; anzi mai come in questo momento si ripropone con forza concretamente nei fatti per far fronte alla crisi economica, sociale e democratica in cui versa il paese.
Mai come in questo momento la questione socialista è fondamentale per la ricostruzione di una vera e autentica sinistra democratica.
Viviamo in un paese in cui la sinistra non c’è più e la grande responsabilità del suo sfarinamento è soprattutto negli errori commessi dal suo partito maggiore. Dalla fase della sua invocata “autosufficienza” ad oggi in cui, sfruttando la debolezza della politica, il segretario di quel partito e presidente del consiglio si identificano con un modello di potere e democratico estraneo alla cultura e alla tradizione del socialismo italiano. Una forma di populismo di governo che non ci appartiene.
I Socialisti non possono separarsi dai valori fondanti il loro pensiero e la loro cultura incentrati sulla difesa e sullo sviluppo della libertà, della democrazia, della giustizia sociale. Non possono rinunciare alla propria storia e alla propria memoria, e non possono rinunciare ad avere una prospettiva politica solida, per associarsi a un disegno di “restaurazione e ordine” che preclude loro ogni possibilità di rilancio della loro funzione autonoma nella politica italiana. Non possono rinunciare a riscoprire il socialismo, e la loro ben presente nella società, più ancora che nelle loro attuali organizzazioni politiche, e non possono rinunciare a praticarlo anche nelle difficili condizionati attuali.
I socialisti vecchi e nuovi possono ritrovare un loro protagonismo, nell’unità, riscoprendo i loro tratti originari che soprattutto negli anni ottanta seppero esprimere con grande dignità. Cambiare allora come oggi una cultura della sinistra italiana voleva dire e vuol dire riaffermare un istinto di classe, difendere la sovranità nazionale difendere l’autonomia della politica dall’economia, dalla tecnocrazia e dalla giustizia. Recuperare oggi la continuità con quel messaggio significa ricostruire un’area socialista aperta che voglia influire nel quadro politico nazionale, rivolgendosi a tutti coloro che sentono l’appartenenza a questo perimetro politico, a tutti coloro che vogliono un’Italia diversa, offrendo loro l’opportunità di una casa comune. Una casa non sommatoria di sigle e dirigenti, ma un luogo di partecipazione in cui ci si riconosce per la volontà di costruire idee comuni. Una casa aperta alle nuove generazioni e a chi vuole contribuire, condividendo valori, idee e metodi per riformare radicalmente il paese.
Per questo occorre aprire un confronto con tutti coloro che possono riconoscersi in questa iniziativa creando contemporaneamente le condizioni perché nel PSI ci sia un radicale cambio di linea politica e si avvii un nuovo corso per la riaffermazione dei valori del socialismo e per lo sviluppo delle libertà.
I socialisti devono affrontare con coraggio la nuova fase e non devono mollare!>br>
Questo in sintesi il messaggio diffuso nei giorni scorsi da me insieme a Franco Bartolomei, Pieraldo Ciucchi, Bobo Craxi, Gerardo Labellarte, Aldo Potenza, Angelo Sollazzo e molti altri.