APPELLO, UTILIZZIAMO LA RACCOLTA DI FIRME PER INIZIARE DA SUBITO LA CAMPAGNA ELETTORALE DI PRIMAVERA di Roberto Biscardini - 3 novembre 2008

28 novembre 2008

APPELLO, UTILIZZIAMO LA RACCOLTA DI FIRME PER INIZIARE DA SUBITO LA CAMPAGNA ELETTORALE DI PRIMAVERA di Roberto Biscardini - 3 novembre 2008

Raccogliamo le firme e un pezzo importante del nostro lavoro politico l’avremo già fatto. Perché vogliamo l’Assemblea Costituente.
Il modo migliore per affrontare le prossime scadenze elettorali di primavera, amministrative ed europee, è qualificare la nostra proposta politica. Con il congresso di Montecatini abbiamo scelto di continuare a far vivere nel nostro paese una forza socialista autonoma, che sta nel campo del centro sinistra con un’autonoma proposta riformista e riformatrice. Ma il ruolo di un ceto politico che vuole essere socialista oggi non può essere quello di invocare vecchie formule e vecchi slogan, bisogna cogliere i problemi più gravi dell’oggi e rispondere in modo efficace e concreto. Ecco un’altra prospettiva da cui interpretare la grande e difficile sfida intrapresa dai socialisti con la raccolta di firme per la presentazione di quattro progetti di legge di iniziativa popolare: andiamo in giro, raccogliamo firme, spieghiamo, rompiamo. E’ il modo più semplice ed efficace per farci vedere, per comunicare fuori dai circuiti, a noi per lo più inaccessibili, dei media, per parlare con i cittadini e spiegare cosa vogliamo e chi siamo. E’ il modo più semplice ed efficace per spiegare che, dopo la nostra esclusione dal parlamento, non siamo morti, ma anzi abbiamo avuto la forza di reagire ritrovando più forza ed energia di prima. E’ il modo più semplice per spiegare e far vedere che siamo un partito con una testa nazionale, ma anche fortemente articolato sul territorio, con dirigenti, quadri e militanti esperti e capaci in ogni regione e in ogni provincia. E’ il modo più efficace per dimostrare che i socialisti hanno le idee chiare e che la nostra cultura riformatrice sa tradursi in proposte utili. Sul terreno dei diritti sociali (la legge contro il precariato), sul terreno della crisi economica e delle famiglia (la legge per l’abbattimento delle tariffe pubbliche), sul terreno dei diritti civili (la legge per il riconoscimento delle coppie di fatto, i pacs). Lascio per ultimo il significato della proposta socialista di eleggere una Assemblea Costituente cui assegnare il compito di redigere una nuova Costituzione. E’ una proposta dirompente, che mette in evidenza la crisi del sistema istituzionale, ma anche e soprattutto la debolezza dell’attuale sistema politico, la debolezza della classe politica, l’inaffidabilità dei partiti maggiori, quelli che sono andati via via formandosi per successive aggregazioni nel sistema “bastardo” della seconda repubblica e per effetto di leggi elettorali che loro stessi hanno voluto “pro domo loro”. E’ una proposta per rompere lo schema, partendo dalla considerazione che destra e sinistra non rappresentano due vere alternative. Berlusconi da una parte e il Pd dall’altra non vanno oltre la logica egocentrica di organizzare intorno a se stessi un sistema di forze, vecchie o nuove coalizioni, con l’obiettivo, magari un giorno, di inglobarle, per ridurre il sistema da bipolare a bipartitico. Quindi Assemblea Costituente perché? Per non lasciare in mano a questi partiti, che non hanno le carte in regola, e a questo parlamento di nominati, le sorti della democrazia e delle libertà. Il Paese ha bisogno di una nuova Costituzione per uscire dalla crisi sistemica in cui si è infilato da anni, crisi che non può essere affrontata con provvedimenti parziali e men che meno con l’imbroglio di sempre nuove leggi elettorali truffa. Occorre qualcosa di più chiaro, più forte e diverso. Bisogna far capire ai cittadini l’importanza di una riforma costituzionale, senza la quale anche i gravi problemi dell’economia e del lavoro non potranno mai essere affrontati con successo. Senza un nuovo apparato pubblico funzionante e senza un nuovo assetto politico non si esce da nessuna crisi. O Assemblea Costituente o il caos. Il Paese ha bisogno di una nuova Costituzione che lasci alle spalle quella attuale, costruita sul potere dei vecchi partiti e che affidò le sorti di milioni di italiani alla loro capacità di tenuta. Ma adesso quei partiti di massa non ci sono più. Una nuova Costituzione da riscrivere a partire dalla sua prima parte, quella che deve ridefinire lo spazio delle libertà nuove, dei diritti e delle responsabilità. Una Costituzione che lasci alle spalle il modello su cui i principali partiti impostarono quella del ’47. Il modello della “società organica”e totalizzante, superato dall’esplosione civile e di libertà che già a partire dagli anni ’60 e ’70 va ben oltre l’iniziativa dei partiti. “Società organica” che identifica la volontà dei singoli con la volontà di tutti, che vorrebbe annullare ogni conflitto e ogni differenza e secondo la quale dentro la struttura gerarchica, contrapposta a una società democratica e liberale, non esiste né l’individuo né il soggetto. Quella nella quale l’individuo è al servizio della società e non viceversa, quella sulle cui basi si formò la Costituzione dei partiti maggiori e si tentò più tardi di costruire il più moderno compromesso storico. Insomma, diciamolo con chiarezza: i socialisti vogliono cambiare, vogliono uno stato più moderno e regole democratiche più forti di quelle attuali. Invocano una società degli individui e non del popolo. Vogliono una Costituzione nuova, espressione di una moderna democrazia, vogliono una “grande riforma”, non accettando che la Costituzione sia cambiata nei fatti e nella pratica, là dove serve a qualcuno, e non venga cambiata anche formalmente, là dove servirebbe a tutti i cittadini. I socialisti chiamano i cittadini a riappropriarsi del potere di eleggere direttamente un’Assemblea Costituente, per diventare i protagonisti di una nuova Costituzione. Devono essere i cittadini a scegliere quale forma di Stato, unitario o federale, e quale forma di governo, parlamentare o presidenziale. I socialisti denunciano come irresponsabili tutti coloro e tutte le forze politiche che si rifiutano di affrontare nella chiarezza un nuovo processo costituente, nella consapevolezza che la vecchia Costituzione si sia logorata per l’incapacità della classe politica di modificarla e che proprio per questo occorra ormai appellarsi alla volontà popolare.

Vai all'Archivio