ALTERNATIVA MUNICIPALE A MILANO di Roberto Biscardini
07 giugno 2016

Di fronte ad un insuccesso elettorale come il nostro, quello di Alternativa Municipale a Milano, si possono fare due cose. O buttare via tutto o capire le ragioni dell’insuccesso, ma difendendo le proprie idee, il progetto e il programma dimostrando serietà, fermezza e pazienza. Io scelgo la seconda strada.
La storia di Alternativa Municipale è la storia recente di una lista civica, nata fuori dagli schieramenti, per rappresentare la necessità della buona politica e di un vero rilancio della partecipazione democratica: il radicalismo del buon governo.
Quando abbiamo avanzato questa proposta lo abbiamo fatto senza badare a rischi e pericoli, avendo davanti un quadro politico ben chiaro: l’esaurimento dell’esperienza del centrosinistra nato intono alle speranze di cambiamento di Pisapia; un Pd profondamente trasformato e contemporaneamente vittima del renzismo; candidati sindaci dei maggiori schieramenti, manager, con l’aggravante per Sala di essere alla guida di una coalizione che con la sua storia non c’entra nulla.
Alternativa Municipale, nasce quindi dalla voglia di reagire al degrado della politica e alla crisi della democrazia anche a livello locale, ridando a socialisti, ambientalisti e civici un nuovo spazio politico che parte bene, molto forte, con sondaggi e previsioni molto favorevoli. Consensi che perde per strada perché nel corso della campagna elettorale succedono due cose impreviste di cui la nostra proposta rimane vittima. L’aumento dell’astensione e la polarizzazione sui due blocchi principali, il cosiddetto, quanto anacronistico, voto utile. Ciò ha trascinato anche buona parte di quell’elettorato che fin dall’inizio ci aveva incoraggiato ad esserci, proprio per evitare queste due eventualità.
E qui sta il paradosso, la giustezza e la forza del nostro progetto continua ad avere un valore proprio nel momento in cui aumenta la disaffezione al voto.
Lo dico anche da socialista. Perché se un’area socialista può nascere di nuovo, ed io sono impegnato in questo senso, essa riparte nel breve periodo dal rifiuto del renzismo e nel lungo termine dalla ripresa di una attività politica anche dal basso, dai territori, attraverso la difesa e il rafforzamento della cultura e della pratica del municipalismo riformista. Sia sul terreno dello stato democratico, sia sul terreno economico e sociale.
Infine a chi ci dice, con il senno di poi, che potevamo fare dell’altro, dico di NO. Non potevamo accontentarci di mettere qualcuno di noi in una lista altrui. Tanto più che sarebbe stata una lista di uno dei due schieramenti maggiori, che non ci piacevano fin dall’inizio. Né potevamo allearci con Rifondazione o con i Radicali nel momento in cui avevano deciso di abbandonare la nostra proposta unitaria per difendere la propria identità partitica.
Siamo quindi convinti di aver fatto il giusto e il tempo ci darà ragione. Alternativa Municipale, come lista e come simbolo potrà essere punto di riferimento in altre competizioni elettorali locali. E potrà, come a Milano è già accaduto, essere soprattutto il luogo di incontro di cittadini, amanti della politica, giovani, che possono diventare nuovi protagonisti, disposti a contaminarsi in nome di obiettivi concreti.
Da socialista dico che un movimento di cittadini che ha come obiettivo la valorizzazione dei municipi per rispondere dal basso alle emergenze democratiche, economiche e sociali, è già un pezzo di un movimento socialista nuovo che trova nuovi compagni di viaggio.
Ad alcuni la proposta può essere apparsa temeraria, ma le verità politiche non si mollano al loro destino. La democrazia non è un semplice voto ogni cinque anni, è continuità di azione civile quotidiana ed è responsabilità.