ALBERTO BENZONI: DOBBIAMO ESPLORARE UNA VIA dall’Avanti del 6 aprile risponde a Mauro del Bue

07 aprile 2015

ALBERTO BENZONI: DOBBIAMO ESPLORARE UNA VIA dall’Avanti del 6 aprile risponde a Mauro del Bue

Caro Mauro, da compagni e amici, cominciamo a non prenderci troppo sul serio. Franco non è Serrati e nemmeno Lafontaine; io non sono Lombardi; e tu non sei Rosselli o Calogero. Non è questione di qualità personali. Ognuno riesce ad essere qualcosa o qualcuno a seconda delle circostanze in cui opera e dell’ambiente in cui vive. E il nostro, me lo consentirai, è oggettivamente ristretto e miserevole. Vent’anni di tentativi, complessivamente falliti, di ricostruire una forza socialista degna di questo nome. Un partito incapace di presentare liste proprie e di eleggere qualcuno nelle liste altrui. Un consiglio nazionale incapace di discutere seriamente alcunchè e persino di concludere i suoi lavori in modo decente. Non sto facendo del “disfattismo”. Descrivo una situazione che è ben presente a tutti i noi; a partire dal nostro segretario. In questa situazione nessuno può ergersi a profeta che indica questa o quella via di salvezza. Anche perchè, a salvezze collettive, non crede più nessuno. In una condizione siffatta l’unica cosa che non possiamo fare è lasciare le cose come stanno. Davanti al nostro metaforico negozio c’è l’insegna; ma non ci sono nè le merci nè i clienti; mentre i gestori stanno nel retro bottega ad esplorare eventuali risistemazioni future. E allora, se non si vuole entrare, singolarmente, nel Pd ci sono tre vie che dobbiamo esplorare collettivamente. La prima è quella del “socialismo largo”: autoscioglimento dell’attuale Psi, costituente aperta a tutti in cui il popolo socialista venga chiamato a decidere se e in che misura è interessato alla ricostituzione della Cosa socialista. Un’ipotesi che, a titolo personale, continua ad affascinarmi: ma che ha il duplice difetto di essere stata respinta, anzi nemmeno presa in considerazione, dall’ultimo congresso e di accantonare la questione della nostra collocazione politica. Scartata questa ipotesi rimangono la tua e la nostra. Tu la bolli come “vendolian-landiniana”. Ma non puoi cavartela con questa battuta; così come non potrei mai permettermi di chiamare la tua “Tabaccian-lanzillottian-pannelliana”. Sempre per non prenderci troppo sul serio, non stiamo aprendo qui un Grande dibattito. Siamo qui per cominciare a chiarire le nostre reciproche posizioni. O, più esattamente, i nostri punti di partenza. Personalmente ho una certa idea di socialismo- critica del capitalismo, ruolo dello stato. solidarietà sociale, internazionalismo, quella roba lì. E ritengo che la seconda repubblica si sia costituita in totale contrasto con questi principi e valori. E che il renzismo rappresenti la sintesi e il coronamento di questo disegno. Perciò sto con chi lo contrasta; e, per essere più preciso con quanti difendono, ad ogni livello i principi e i valori in cui ho creduto; sperando di aver dato qualche piccolo contributo per realizzarli. E ritengo che i socialisti avrebbero tutto l’interesse ad essere della partita; e non come soggetti passivi ma come autonomi protagonisti. Vivo questa faccenda, devo dirtelo, come una sorta di obbligo morale. Renzi, finchè disporrà del consenso, ha il diritto di dire o fare ciò che vuole. E persino di indicare come suo punto di riferimento Marchionne e le strategie della Confindustria. Ma non posso consentirgli di sputarmi in faccia tutti in giorni e a nome mio. Mentre così fa, tutti i giorni come autoproclamato capo della sinistra e, diciamo così, federatore dei socialisti. Dove andrà a finire la nostra esplorazione attiva a sinistra non lo so. E questo vale anche per la tua. Rivendico, però, e questo dovresti farlo anche tu, il diritto/dovere di esplorare. E mi domando, e dovresti farlo anche tu, se questa esplorazione sarà consentita. A me, ma anche a te. Il nostro gruppo dirigente può anche inventarsi, al Consiglio nazionale, posizioni antagoniste (in questo caso mai discusse) nei confronti della “coalizione sociale”. Ma non può, senza rinnegare se stesso, sacrificare a Renzi e al renzismo, la libertà di pensiero e di azione dei compagni. Io almeno la penso così. e tu? cordialmente Alberto Benzoni

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