AFFITTOPOLI PENALIZZALA CORSA DI PISAPIA, di Alessandro Da Rold, da Il Riformista del 22 febbraio 2011

16 marzo 2011

AFFITTOPOLI PENALIZZALA CORSA DI PISAPIA, di Alessandro Da Rold, da Il Riformista del 22 febbraio 2011

Secondo i democratici meneghini, la “questione Pat” sarebbe stata gestita con superficialità dal team di Pisapia, che avrebbe potuto almeno “precedere” la pubblicazione ufficiale delle liste del Pat di venerdì scorso provando a disinnescare una bomba che può essere elettoralmente devastante. Del resto, la campagna su Affittopoli è in corso da settimane e in un’intervista al “Giornale” di venerdì, la stessa Sasso non ha spiegato bene una storia che va arricchendosi di nuovi particolari: «Non mi ricordo come l’ho avuta», riporta l’articolo del quotidiano di via Negri. Non solo. A non convincere i democratici è la stata la prima reazione di Pisapia, quella «macchina del fango contro di me» poi temperata dall’intervista al “Corriere della Sera” di ieri, dove l’avvocato ha ammesso «di aver commesso una leggerezza».
Sono giorni che le linee telefoniche delle sezioni del Pd sono intasate da telefonate di militanti inferociti. C’è chi chiede spiegazioni. Chi è rammaricato per l’accaduto e chi conferma che è in atto una campagna di denigrazione verso il centrosinistra. La delusione circola pure tra i vertici del partito, che continuano ad assicurare un appoggio incondizionato a Pisapia, talvolta con un pizzico di fastidio. Come ieri pomeriggio, durante l’incontro tra il candidato, i parlamentari e i consiglieri regionali del Pd. Un vertice dove è stato ribadito il sostegno del partito di Pier Luigi Bersani e dove sono state concordate «iniziative comuni che si svolgeranno durante la campagna elettorale sui temi della cultura,della qualità della vita nelle periferie, della sicurezza e del commercio». Tra i partecipanti al vertice, a microfoni spenti, c’è chi confessa la sua delusione: Pisapia non ha fatto cenno alla vicenda di Affittopoli. Comportamento che non è piaciuto a chi a ottobre portava avanti la candidatura dell’architetto Boeri, prendendosi le critiche di una parte della sinistra sui legami dell’architetto della Maddalena con il costruttore Salvatore Ligresti. La frase più in voga tra le maglie del Pd è questa: «Pisapia resta il candidato perché Bersani ci ha già messo la faccia due volte».
I democratici avevano già espresso la loro posizione domenica in un comunicato: «Sappiamo bene che lo scandalo Pat ha toccato anche Cinzia Sasso, giornalista di “Repubblica” e compagna del candidato sindaco di centrosinistra di Giuliano Pisapia. Chiediamo a tutti lo stesso rigore nel chiarire la posizione. Per noi democratici milanesi non c’è stato alcun fango in tutta questa vicenda, ma la giusta richiesta di trasparenza (che rivendichiamo come Pd) e la giusta indignazione di tanti che vedono un patrimonio pubblico gestito con approssimazione e favoritismi». È la storia della cronista di “Repubblica” ora a innervosire le fasce di ex socialisti e repubblicani spazzati via da Tangentopoli nel 1992. Una storia che ben si avvicina alla doppia morale odierna del partito di Nichi Vendola. Come spiega Paolo Pillitteri, ex sindaco di Milano, nel libro scritto con Filippo Facci “Io li conoscevo bene”. Negli anni successivi alla casa di corso di Porta Romana, ricevuta dal presidente del Trivulzio di allora l’ingegnere Mario Chiesa, la cronista di “Repubblica” attaccò duramente i vertici del Psi. Persino in un libro «I saccheggiatori. Facevano i politici ma erano dei ladri» (Sperling&Kupfer, 1992), dove veniva raccontato il sistema di Chiesa, lo stesso che gli aveva dato la casa che sta facendo traballare il suo attuale compagno candidato sindaco.

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