"Abbiate il coraggio di restare soli" La lettera del sindaco, letta ieri in piazza a Riace.
24 ottobre 2018
"Abbiate il coraggio di restare soli"
 La lettera del sindaco, letta ieri in piazza a Riace.
È inutile dirvi
 che avrei voluto essere presente in mezzo a voi non solo per i saluti 
formali ma per qualcosa di più, per parlare senza necessità e obblighi 
di dover scrivere, per avvertire quella sensazione di spontaneità, per 
sentire l’emozione che le parole producono dall’anima, infine per 
ringraziarvi uno a uno, a tutti, per un abbraccio collettivo forte, con 
tutto l’affetto di cui gli esseri umani sono capaci.
 A voi tutti che
 siete un popolo in viaggio verso un sogno di umanità, verso un 
immaginario luogo di giustizia, mettendo da parte ognuno i propri 
impegni quotidiani e sfidare anche l’inclemenza del tempo. Vi dico 
grazie.
 Il cielo attraversato da tante nuvole scure, gli stessi 
colori, la stessa onda nera che attraversa i cieli d’Europa, che non 
fanno più intravedere gli orizzonti indescrivibili di vette e di abissi,
 di terre, di dolori e di croci, di crudeltà di nuove barbarie fasciste.
 Qui, in quell’orizzonte, i popoli ci sono. E con le loro sofferenze, 
lotte e conquiste. Tra le piccole grandi cose del quotidiano, i fatti si
 intersecano con gli avvenimenti politici, i cruciali problemi di sempre
 alle rinnovate minacce di espulsione, agli attentati, alla morte e alla
 repressione.
 Oggi, in questo luogo di frontiera, in questo piccolo 
paese del Sud italiano, terra di sofferenza, speranza e resistenza, 
vivremo un giorno che sarà destinato a passare alla storia.
 La 
storia siamo noi. Con le nostre scelte, le nostre convinzioni, i nostri 
errori, i nostri ideali, le nostre speranze di giustizia che nessuno 
potrà mai sopprimere.
 Verrà un giorno in cui ci sarà più rispetto 
dei diritti umani, più pace che guerre, più uguaglianza, più libertà che
 barbarie. Dove non ci saranno più persone che viaggiano in business 
class ed altre ammassate come merci umane provenienti da porti coloniali
 con le mani aggrappate alle onde nei mari dell’odio.
 Sulla mia 
situazione personale e sulle mie vicende giudiziarie non ho tanto da 
aggiungere rispetto a ciò che è stato ampiamente raccontato. Non ho 
rancori né rivendicazioni contro nessuno.
 Vorrei però a dire a tutto
 il mondo che non ho niente di cui vergognarmi, niente da nascondere. 
Rifarei sempre le stesse cose, che hanno dato un senso alla mia vita. 
Non dimenticherò questo travolgente fiume di solidarietà.
 Vi porterò
 per tanto tempo nel cuore. Non dobbiamo tirarci indietro, se siamo 
uniti e restiamo umani, potremo accarezzare il sogno dell’utopia 
sociale.
 Vi auguro di avere il coraggio di restare soli e l’ardimento di restare insieme, sotto gli stessi ideali.
 Di poter essere disubbidienti ogni qual volta si ricevono ordini che umiliano la nostra coscienza.
 Di meritare che ci chiamino ribelli, come quelli che si rifiutano di dimenticare nei tempi delle amnesie obbligatorie.
 Di essere così ostinati da continuare a credere, anche contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini e donne.
 Di continuare a camminare nonostante le cadute, i tradimenti e le 
sconfitte, perché la storia continua, anche dopo di noi, e quando lei 
dice addio, sta dicendo un arrivederci.
 Ci dobbiamo augurare di 
mantenere viva la certezza che è possibile essere contemporanei di tutti
 coloro che vivono animati dalla volontà di giustizia e di bellezza, 
ovunque siamo e ovunque viviamo, perché le cartine dell’anima e del 
tempo non hanno frontiere.
Mimmo Lucano.
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