A PROPOSITO DEI COSTI DELLA POLITICA di Alberto Benzoni del 17 agosto su fb
29 agosto 2016

Nel difendere la sua riforma costituzionale, Renzi ha adottato, nel corso del tempo, gli argomenti e i toni più diversi. Così come gli venivano dettati dall’ambiente che lo circondava. In questo turbinio di tattiche un punto è però rimasto fermo: la diminuzione dei costi della politica. Così nel suo primo sprezzante intervento al Senato- petto in fuori e mano in tasca; così nella sua ultima perorazione- 500 milioni di risparmio disponibili per i più bisognosi ( quali non è ancora dato sapere; come si attendono d.elucidazioni sul "quantum"che la ragioneria dello stato valuta in circa 50 milioni).
Prendiamo, dunque, atto che nel discorso del Nostro ( quello che si può sentire nei peggiori Bar Sport di Caracas), il costo della politica coincide con gli emolumenti versati a chi la pratica. Con la considerazione aggiuntiva che l’elettività della carica, leggi il coinvolgimento dei cittadini nel suo esercizio è una posta da inserire in quelle negative.
Meno politici. Con minori emolumenti. E possibilmente non eletti. Questa la strategia. Questo il rimedio.
Qui chiunque di noi potrebbe spendere molte ed eloquenti parole sul ruolo della politica, sui suoi costi ma anche sui suoi benefici, sul valore della partecipazione. Ma ci rendiamo conto che nei sullodati Bar sport questi discorsi stanno a zero.
Parliamo, allora, della democrazia al suo più basso livello: quello dei condomini. E chiediamo ai condomini se l’entità, sempre più fuori controllo, delle spese condominiali vada calcolata sui compensi dell’amministratore. E se, a ridurla, sia necessario e sufficiente ridurre il numero degli amministratori e i loro emolumenti e, già che ci siamo, il numero delle assemblee e dei condomini destinati ad affiancarlo e a controllarne l’attività.
"la democrazia - diceva tanti anni fa Michel Rocard - comincia dal buon funzionamento degli ascensori"; e, quindi, aggiungiamo noi, dal rispetto per chi li usa.