A LIVORNO IL 24 MARZO: NON LACRIME MA TANTA AMBIZIONE di Nicola Cariglia, Pensalibero.it
26 febbraio 2018
Non si tratta di “rifare il PSI” o qualsiasi altro partito. Si tratta di cominciare a ricomporre la diaspora di tutta la sinistra democratica per candidarla al governo.
E’ assai probabile che l’esito delle elezioni del 4 marzo non ci sia. Potremmo riscontrare, dopo lo scrutinio, che la partita è ancora aperta. Che un governo di centrodestra o centrosinistra o pentastellato non sarà possibile e che sia necessario qualche “accrocchio” che consenta di andare avanti fino a nuove elezioni. Per questo deciderò in cabina come votare. Ma intendo partecipare, fino da ora, a rendere possibile nella politica italiana ciò che più manca e che maggiormente sarebbe indispensabile: la presenza di una cultura laica e sanamente riformista.
Lo so bene: tentativi ce ne sono stati tantissimi nell’ultimo quarto di secolo e sono finiti tutti a ramengo. Ma c’è un bel po’ di gente dalla testa dura (ne faccio parte) che ci proverà fino a quando avrà fiato: se vi da fastidio, rassegnatevi. Un appuntamento è già stato fissato per sabato 24 marzo a Livorno. A promuoverlo sono i soliti rompiscatole della diaspora socialista, sempre in lite fra loro perché più di ogni altra cosa amano spaccare il capello in quattro. Ma questa volta c’è una novità non da poco. Perché per la prima volta il tentativo non avviene, come in passato, alla vigilia di una elezione, frettolosamente e sollevando il fondato sospetto che si voglia passare immediatamente all’incasso di qualche strapuntino. Il ritrovo livornese, al contrario, è stato già convocato ma per tenersi, poi, a bocce ferme. Cioè, passata la buriana elettorale, quando sarà ancora più evidente il bisogno di nuovi protagonisti. Infatti il risultato elettorale provocherà scosse telluriche negli attuali schieramenti e Livorno capita a pallino. Quello che si prevede, infatti, è uno scenario tipico delle occasioni di grande rinnovamento politico. Paragonabile al sisma politico del dopo Tangentopoli.
Le donne e gli uomini di buona volontà che si ritroveranno a Livorno tengano conto della grande occasione, per cogliere la quale non saranno sufficienti l’orgoglio, la generosità e la coerenza esibiti dalla fine dei loro partiti ad oggi. L’ingrediente da aggiungere è l’ambizione. Ambizione di fare qualcosa di più grande della semplice resurrezione di un vecchio e glorioso partito. La sede di Livorno non è stata scelta a caso. L’idea dei promotori della riunione del 24 marzo era, se non erro, quella di dare un giudizio storico sul congresso da cui nacque il PCI e sui suoi protagonisti. La storia ha dato ragione agli eredi di Turati e torto a coloro che vollero la scissione. Ma la crisi di oggi pervade vincitori e vinti, secondo quel giudizio storico.
Dunque, a Livorno, non si tratta di “rifare il PSI” o qualsiasi altro partito. Si tratta di iniziare il processo inverso a quello della scissione di cento anni fa: discutere di come dare vita ad una grande sinistra democratica che ambisca a candidarsi al governo. E di organizzare una rete che consenta di alimentare la discussione di questo tema in tutto il Paese. Dunque una rete di comitati e circoli, almeno uno per provincia, capace, sul territorio, di coinvolgere tutti i rivoli del frammentato mondo della sinistra affinchè il processo maturi dal basso.
Conosco bene il groviglio di rancori da superare. Ma se non ci incamminiamo con questo proposito, troviamoci pure a Livorno sabato 24 marzo. Ma per andare a mangiare dell’ottimo caciucco accompagnato dall’eccellente rosso della Val di Cornia.
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