15 ANNI FA MORIVA IL PSI di Roberto Biscardini
14 novembre 2009
Non potevo lasciare passare la data nel silenzio.
15 anni fa il 13 novembre 1994 veniva sciolto il PSI in occasione del suo 47° Congresso.
La decisone è preannunciata dal 29 settembre, quando il Comitato direttivo nazionale del partito a Roma prende atto delle mozioni congressuali.
La prima presentata da Boselli, Del Turco, Villetti e molti altri. La seconda da Manca e Cicchetto. La terza annunciata con un documento proposto da Nencini e Biscardini nel quale si propone un modello federativo molto incentrato su un’organizzazione regionale del partito. Ma anche la difesa di un partito socialista che conservi la sua autonomia.
Nel documento di Boselli il percorso è chiaro, addirittura preulivista. Annuncia lo scioglimento del partito e auspica “Questa nuova realtà associativa dei socialisti può essere soltanto uno degli attori che possono dare vita a un nuovo soggetto politico di centro-sinistra d’ispirazione liberal-socialista e cattolico liberale, ambientalista e riformista…… I vecchi steccati tra cattolici e laici in politica devono essere completamente superati.
Interlocutori essenziali appaiono l’ex-presidente dell’IRI, Romano Prodi e l’attuale segretario della Cisl, Sergio D’Antoni…….”.
Il documento di Manca e Cicchetto prospetta per i socialisti una soluzione terza rispetto ai due poli nati qualche mese prima in occasione delle elezioni politiche del 1994: “una forza liberal-socialista deve lanciare una sfida da un lato a Forza Italia e ancor più alla Lega, dall’altro lato al PDS.”
La terza mozione, cosiddetta delle regioni, inizia così:”Le ragioni per l’esistenza di un’organizzazione politica socialista esistono ancora…….Ma la ricostruzione non avra’ successo se il gruppo dirigente come i militanti soffrono di un complesso di colpa collettiva.” E ancora: “Premessa essenziale per qualsiasi nostra iniziativa è un effettiva volontà di autonomia.”…..”Compito dei socialisti, ma non solo nostro, è il superamento di questo schema bipolare.”….. “Senza la politica con la P maiuscola il sistema si sgretola.”
Alla fine comunque tutti, per ragioni economiche e per non trascinarsi il peso delle difficile situazione finanziaria, decidemmo di lasciare quel simbolo. Discutiamone. Forse facemmo male. I comunisti lasciarono il PCI per una sconfitta storica, noi sciogliemmo il nostro partito per ragioni finanziarie e per la difficolta’ di portarsi addosso un simbolo massacrato dalla magistratura e dai media.
Adesso dopo 15 anni ci siamo riappropriati del simbolo del PSI e bisogna ritrovare le ragioni per ripartire, facendo leva anche sugli errori che sono stati commessi.